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Autore Simona Carradori :: 22 Settembre 2016

Al Festival di San Sebastian si è tenuto un convegno incentrato sul rapporto tra cinema e digitale, dove produttori e registi hanno messo in luce tutti i pro e i contro del fiorente mercato delle pellicole nel web

Netflix

Lo scorso martedì al Festival di San Sebastiàn si è tenuto un incontro incentrato sul rapporto tra cinema e digitale, focalizzato in particolare sull'impatto che quest'ultimo ha avuto nella produzione e distribuzione di pellicole sul web.

Secondo quanto dichiarato dai partecipanti, l'avvento della rivoluzione digitale sta permettendo ai produttori non solo di ridurre drasticamente i costi, ma anche di scoprire con facilità nuovi talenti, che oggi hanno la possibilità di inviare direttamente i loro cortometraggi alle case di produzione. Allo stesso tempo però, l'influenza del web ha portato ad una forte concorrenza tra i vari distributori, che nell'infinito mercato online devono lottare - molto più che in passato - per riuscire a dare visibilità ai loro titoli.

Se è vero che il digitale ha quindi dato a tutti la possibilità di realizzare un film, è anche vero che per riuscire ad ottenere l'interesse di un pubblico che può scegliere tra centinaia di altri titoli, quello stesso film necessita di un investimento enorme, riducendo al minimo i potenziali guadagni.

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"C'è così tanta offerta sul web che gli spettatori spesso si perdono. Da qui nasce il successo delle serie TV, che per una settimana ti evitano di dover scegliere cosa vedere" ha dichiarato il produttore Juan Carlos Tous, seguito da Antonio Saura - direttore di Latido Films - che continua dicendo: "Ormai puoi realizzare un film anche con lo smartphone. Questo ha portato ad una situazione in cui abbiamo tantissimi film low-budget e davvero pochi grandi titoli".

Maria Zamora - direttrice della casa di produzione spagnola Avalon - ha tuttavia un'opinione differente da quella dei colleghi preoccupati per le sorti dell'industria cinematografica: "La nuova generazione di autori ha una relazione più naturale con le immagini rispetto alla precedente, e per loro usare le immagini è meglio che usare le parole per dare forza ai progetti; sono più eclettici e molto più flessibili, e questo è un bene per il cinema", ha poi continuato riferendosi al film Amar dell'esordiente Esteban Crespo, prodotto dalla sua Avalon: "quando Netflix ha acquistato Amar, abbiamo detto al regista che il film non sarebbe stato proiettato nei cinema, ma sarebbe stato disponibile solo online, e anziché essere sorpreso, ha risposto 'in realtà circa 60 milioni di persone stanno andando a vedere il mio film', questo è il futuro del cinema".

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