Il celebre regista Michelangelo Antonioni ha creato uno stile cinematografico unico. Ecco una lista di 10 pellicole che hanno fortemente subito la sua influenza
Cosa vuol dire utilizzare lo stile di un regista come punto di riferimento ed aggettivo per descrivere il lavoro di un altro? La comparazione può generare un senso di ammirazione ma, spesso, quest'ultima non viene genuinamente apprezzata. Quando si parla di Antononiani, per esempio, si fa riferimento ad un preciso stile narrativo reso celebre dal regista Michelangelo Antonioni (1912-2007). Ecco, dunque, una lista di dieci pellicole in cui è forte l'influenza del mitico regista:
1. The Return (2003, Andrey Zvyagintsev)
Ciò che mette questo film nella lista è il fatto che il regista utilizzi delle location narrative molto simili a quelle che avrebbe usato Antonioni. Le ambientazioni di The Return, ad esempio, sono generalmente esterne dal momento che quelle interne sono delle architetture isolate ed abbandonate. Quando Ivan corre verso l'attico per osservare la foto del padre, infatti, l'intera struttura sembra ancora in costruzione o distrutta. Due giovani fratelli, Vanja e Andrej, sono molto attaccati l'uno all'altro, forse per sopperire alle difficoltà di un'infanzia vissuta senza padre. L'improvviso ritorno del genitore dopo dodici anni di assenza scuote le esistenze dei due ragazzini. Con il riluttante assenso della madre Vanja e Andrej si imbarcano in quella che credono essere una vacanza di pesca con il taciturno e misterioso genitore, dove scopriranno la verità. Il concetto di spazio aperto nei suoi film, inoltre, è tanto potente quanto il ruolo dell'ambiente circostante in L'Avventura, pellicola del 1960. Il fatto che la location finale del film di Zvyagintsev sia un'isola, fa riferimento allo stesso concetto ripetuto da Antonioni: l'isolamento. Il suo interesse nelle ambientazioni insicure, infine, viene ripetuto anche in Leviathan, pellicola del 2014.
2. About Elly (2010) and A Separation (2011) – Asghar Farhadi
Sebbene Farhadi abbia più volte negato l'influenza di Antonioni, le somiglianze tra le storie messe in atto e lo stile visivo sono davvero inconfondibili. La protagonista di uno dei suoi film, infatti, Elly, ad un certo punto della storia scompare, si perde e torna a Tehran. Lei è una protagonista "incompleta" che lascia la storia nello stesso punto come Anna in L'Avventura. Anche il finale aperto della pellicola ricorda L'Eclisse.
3. 3-Iron (2004, Kim Ki-duk)
Senza cercare similarità profonde tra lo stile cinematografico di Kim Ki-duk e quello di Antonioni, è sufficiente ricordare la celebre scena della prigione in 3-Iron dove il protagonista finge di giocare a golf con un club immaginario, per poi iniziare una rissa con uno dei prigionieri che ha osato toccare il suo campo astratto: è una chiara citazione alla scena finale di Blow-Up, pellicola del 1966. In entrambi i film il concetto di realtà viene messo in discussione ed i personaggi sembrano essere congelati: non muovono neanche le sopracciglia e l'unico oggetto vivente che abita nella casa, è un robot. La scena descrive, senza l'ausilio delle parole, una relazione già terminata. In 3-Iron la narrazione avviene attraverso le ambientazioni, le scelte dei personaggi e le loro azioni, mai con le parole.
4. The White Ribbon - Il nastro bianco (2009, Michael Haneke)
Questo film potrebbe avere più a che fare con uno di Robert Bresson ma, come in molti hanno fatto notare, la narrativa fondamentale di questa storia lo rende simile ad uno di Antonioni. Il fatto che una voce narrante accompagni la storia, ci fornisce l'impressione che sia la voce del protagonista ma, fino alla fine, lo spettatore non comprende la differenza tra quest'ultimo e l'antagonista. Non si capisce se la voce appartenga al professore o alla giovane ragazza che si è innamorata, nulla viene mai chiarito. Il film non ci spiega chi abbia commesso quei violenti atti nel villaggio e, per molti versi, non fa molta importanza. Ne La Notte, film di Antonioni, vi è una scena di ballo in un bar che lo spettatore, senza ricevere alcuna informazione, continua a guardare e ci spiega lo stile di narrazione del regista. Antonioni sta riprendendo una donna che balla con un bicchiere di vino in mano, in un bar: la vita reale non è sempre divertente ma lui lo fa per farci ammirare una scena potenzialmente noiosa.
5. Primo Amore (2004, Matteo Garrone)
Matteo Garrone ha iniziato la sua carriera di regista realizzando documentari ed il suo stile cinematografico, infatti, è una combinazione di varie modalità espressive, con uno stile lontano dai film di Antonioni. Quello che lo accomuna al regista, invece, è la modalità di bloccare ed inquadrare alcuni aspetti dei personaggi. Ne L'Eclisse, ad esempio, molti aspetti dei personaggi sono coperti da colonne, mura o qualsiasi altro elemento architettonico. In uno dei film di Garrone, Primo Amore, la storia ruota attorno all'ossesione di Vittorio, il quale vuole adattare l'aspetto fisico della ragazza che ama, Sonia, alle sue sculture d'oro. La scena avviene in un ristorante mentre la ragazza chiede delle patate, prima che il tutto si trasformi in qualcosa di tragico. Lo stesso metodo di inquadratura, dunque, avviene anche in questa scena.
6. Ida (2013, Paweł Pawlikowski)
Le caratteristiche che rendono Ida un film dallo stile Antonioniano sono gli elementi che ci ricordano di Ashes and Diamonds, film di Andrzej Wajda. Anche qui l'importanza architettonica è fondamentale ed Ida, come il personaggio in 3-Iron, e sempre silente e non mostra emozioni, un po' come avviene in Blow-up e L'Eclisse, di Antonioni. Gli elementi che continuano a farci simpatizzare con Ida sono gli ambienti narrativi che circondano le sue azioni. I suoi dialoghi con la zia e, successivamente, con il musicista, sono indiretti e frasi simili a quelle utilizzate in La Notte.
7. Death Trilogy: Gerry (2003), Last Days (2005), Paranoid Park (2003) – Gus Van Sant
Il volto del protagonista nel film di Van Sant, The Last Days, resta oscurato per tutta la durata del film dai suoi lunghi capelli biondi. Il regista mantiene uno stile soggettivo ed una certa distanza dal protagonista, simile a quanto faceva Garrone. I volti dei personaggi di Van Sant ricalcano quelli dei modelli, i quali esprimono soltanto un senso di vuoto. Il film di Antonioni, Blow-up, è basato sul concetto di realtà e soggettivismo, con uno stile drammatico ed un background significante.
8. The Piano - Lezioni di piano (1993, Jane Campion)
Gli elementi ambientali che coprono, fisicamente, gli aspetti del protagonista, sono ricorrenti anche nel film di Jane Champion, The Piano. Filmare il personaggio mentre si desta a correre, all'interno di una foresta, seguendo il movimento orizzonatale mentre viene interrotto da movimenti verticali, ovvero gli alberi, è una scelta stilistica che funziona. Una scelta simile a quella di Van Sant che, anziché fare un primo piano degli occhi dei personaggi, blocca il suo aspetto. Un esempio pratico si riscontra quando, in un suo film, la macchina da presa si focalizza sulla sciarpa che copre il volto di Matt Damon.
9. Jeanne Dielman, 23 Quai du Commerce, 1080 Bruxelles (1976, Chantal Akerman)
Lo stesso concetto della scena della ragazza danzante in La Notte, che si focalizza sulla routine monotona della vita, viene riproposto nella storia di Jeanne Dielman. L'approccio di Akerman è più sperimentale rispetto agli altri registi ed il suo film viene diviso in più schermi, ognuno dei quali rappresenta un giorno diverso della vita della protagonista. Ad un certo punto realizziamo che mentre sta avendo rapporti con gli uomini per soldi, si tratta in realtà di un atto automatico che ripete ogni giorno. Nel secondo giorno fa cadere cucchiao e forchetta e, nel terzo, uccide uno dei suoi clienti. Anche in questo caso, come nei film di Antonioni, la soggettività è rappresentata attraverso le sue azioni, e l'ambientazione è fatiscente e ripetitiva come la sua routine.
10. Amateur (1994, Hal Hartley)
I personaggi di Hartley sono isterici ed esageratamente fuori dagli schemi, senza alcun tipo di espressione facciale. Il fatto che Amateur sia ricco di dialoghi, che vengono pronunciati dai personaggi in maniera molto robotica, non vuol dire che il peso drammatico della storia ricada sulla comunicazione verbale. Se ne L'Avventura di Antonioni, la protagonista scompare dalla scena, Hartley lo svuota di ogni tipo di informazione drammatica: non fuma, non ricorda chi sia e nemmeno se sia danese. L'uso delle luci, le facce inespressive e la maniera di oggettivare la caratterizzazione sono alcune delle caratteristiche peculiari che pongono Amateur in cima ai film che possono definirsi in sintonia col cinema di Antonioni.
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