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Autore Andrea Chimento :: 1 Maggio 2015

"Arabian Nights", ultima fatica del portoghese Miguel Gomes, è stato inserito nel programma della Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2015

È ormai cosa nota che, al Festival di Cannes, chi guarda soltanto al concorso fa un grandissimo errore: spesso le vere sorprese si nascondono nelle sezioni collaterali, tra la Semaine de la critique e la Quinzaine des Réalisateurs. 
Ed è proprio in quest’ultima che, nella prossima edizione della kermesse francese in programma dal 13 al 24 maggio, si annidano alcuni titoli importantissimi.
Tra questi (al pari dei nuovi film di Takashi Miike, Arnaud Desplechin e Philippe Garrel), svetta Arabian Nights, monumentale progetto firmato dal portoghese Miguel Gomes.
Per chi ancora non lo conoscesse, Gomes è uno dei nuovi talenti più significativi del cinema europeo, già protagonista di una personale che il Torino Film Festival gli ha dedicato nel 2012.
Autore e sperimentatore dotato di un tocco elegante e di una grande consapevolezza del mezzo cinematografico e della sua storia, Gomes ha firmato uno dei titoli più suggestivi degli ultimi anni: Tabu, un grande omaggio al cinema muto, valorizzato da un impressionante bianco e nero.
Quest’anno, con la sua ultima creazione, punta ancora più in alto: Arabian Nights è, innanzitutto, un trittico, composto da tre film che verranno proiettati separatamente all’interno del Festival.
Ispirato alle Mille e una notte, il progetto è diviso in questi volumi: The Restless One (L’irrequieto), The Desolate One (Il desolato), The Enchanted One (L’incantato). Con una durata complessiva che dovrebbe essere di circa sei ore.
Gomes non ha però preso semplicemente spunto dalla raccolta di novelle orientali, ma ha trasportato quel soggetto all’interno del Portogallo contemporaneo: il film, attesissimo, svilupperà infatti una riflessione attorno all’odierna crisi economica, politica e morale nel paese natale del regista.
Proprio nell’anno in cui, qualche settimana fa, il Portogallo ha perso il suo massimo regista di riferimento – Manoel de Oliveira – Gomes potrebbe raccoglierne definitivamente il testimone e diventare il capofila di una cinematografia viva e ricchissima, ma purtroppo poco conosciuta e considerata nel nostro paese.
Nel cast Joana de Verona, Rogério Samora, Adriano Luz e Isabel Muñoz Cardoso: quest’ultima presente anche nel già citato Tabu.  

 

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