Caduti i superfavoriti alla corsa all’Oscar come Miglior Film Straniero, i fratelli Dardenne, Xavier Dolan e Nuri Bilge Ceylan. Fuori anche "Il capitale umano" di Paolo Virzì. "Ida" è il nuovo superfavorito
Li avevamo dati per superfavoriti alla corsa all’Oscar come Miglior Film Straniero. Erano i fratelli Dardenne con Due giorni, una notte, Xavier Dolan con Mommy e l’ultima Palma D’oro al festival di Cannes, Il regno d’inverno – Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan. E invece i membri dell’Academy hanno fatto fuori una terzina di film straordinari, già premiati altrove e osannati nei festival dove sono stati presentati. Il motivo per cui i giurati dell’Academy fanno spesso fuori opere straordinarie preferendo al loro posto film forse più prevedibili e tradizionali è presto detto. Il giudizio che porta agli Oscar è sempre una via crucis durante la quale accettare ogni sorta di sorpresa: poi l’Oscar spesso lo prendono opere scontatissime, per motivi politici, mediatici, tematici e così via.
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Ricordiamo che la lista di candidati era molto lunga comprendendo opere provenienti da ben 83 paesi. I membri a cui tocca la scelta sono centinaia. Dopodiché i giurati si riuniranno dal nove all’undici gennaio per la selezione definitiva tra le opere prescelte. L’ottantasettesima edizione dei premi Academy con i 5 nomi finali sarà annunciata il 15 gennaio, mentre la cerimonia avrà luogo il 22 febbraio al Dolby Theatre di Hollywood.
Ma andiamo ai titoli che hanno superato la barriera. Ne rimangono 9. Immediatamente salta all’occhio la presenza del polacco Ida di Pawel Pawlikowski, il vero superfavorito a questo punto, anche perché è opera abbastanza curiosa ed originale da riuscire a conquistare la simpatia dei votanti e che è già stato accolto benissimo negli Stati uniti tanto da esser già votato come miglior film straniero dai New York Film Critics. Il film, ambientato negli anni sessanta, racconta la storia di una neosuora che va alla ricerca della sua famiglia e scopre incredibili segreti.
Altro film con una seria candidatura è Leviathan del russo Andrey Zvyagintev, regista già vincitore del Leone d’Oro, nel 2003 a Venezia, con il suo primo lungometraggio, Il ritorno. Poi c’è Wild Tales – Storie pazzesche, di Damißn Szifrón, titolo di cui abbiamo già ampiamente parlato. Nella lista troviamo un altro grande autore, ovvero Abderrahmane Sissako, con il suo Timbuktu: conterà il fatto che è in assoluto il primo film della Mauritania a candidarsi come Miglior Film Straniero?
Minori probabilità, ma non troppo, dovrebbero avere l’estone Tangerines di Zaza Urushadze, il georgiano Corn Island di George Ovashvili, dal Venezuela The Liberator di Alberto Arvelo e dalla Svezia Force Majeure di Ruben Ostlund e infine Accused dell’olandese Paula van der Oest.
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Tra gli esclusi in Italia si griderà all’eliminazione di Il Capitale Umano di Paolo Virzì. Praticamente era impossibile crederci e non solo perché l'anno scorso aveva vinto La grande bellezza. Il film di Virzì è uno dei film migliori in assoluto dell’industria cinematografica italiana negli ultimi anni e meritava sicuramente di più. Peccato però che trattasse temi al limite della censura buonista e soprattutto che li esprimesse con uno stile diretto senza orpelli, piacevolmente sgradevole, con personaggi che non metterebbero d’accordo nessuna giuria, laddove, chissà perché, ogni giuria del mondo è infiltrata da occhi e pance tutt’altro che aperti. Ma questa è un’altra storia…
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