Dai creatori di "In Treatment", "The Affair", il nuovo dramma psicologico della Showtime
“Perché una realtà non ci fu data e non c'è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile” scriveva Luigi Pirandello nel suo Uno nessuno e centomila. Ed è proprio su questa teoria della soggettività del reale che si basa la nuova serie televisiva in onda Oltreoceano sulla rete via cavo Showtime.
Noah (Dominic West) è un insegnante di una scuola pubblica come tante ma è anche l’autore di un libro che ha avuto un dignitoso successo. Con la sua numerosa famiglia che comprende quattro figli, due in piena crisi adolescenziale, e una straordinaria moglie, decide di passare le vacanze estive negli Hamptons, luogo di villeggiatura della ricca borghesia newyorkese, per tentare di completare il suo secondo romanzo nella splendida villa del suocero, scrittore di successo. Alison (Ruth Wilson) è la provocante cameriera di una tavola calda che vive in una situazione di perenne disagio a causa del rapporto complesso con suo marito Cole (Joshua Jackson), ma soprattutto del vuoto che ha portato la perdita del suo bambino, morto a soli quattro anni. Le due anime perse si incontreranno e vivranno la loro storia che saranno costretti a raccontare anni dopo durante un interrogatorio volto a scoprire l’autore di un omicidio, mascherato da incidente, consumato proprio nell’estate del loro amore.
L’espediente narrativo di The Affair, ovvero il racconto di una storia attraverso i ricordi di due differenti personaggi, è già stato usato di recente in televisione nell’acclamata serie True Detective e al cinema in maniera meno realistica seppur convincente con Gone Girl ma, mentre nel crime scritto da Nic Pizzolatto non erano messe a confronto le due versioni dei poliziotti ma semplicemente i protagonisti narravano flashback diversi della stessa indagine, in The Affair ogni puntata è divisa in due capitoli e la medesima vicenda è raccontata prima dal punto di vista di Noah e poi da quello di Alison e ovviamente ciò che viene detto assume sfumature e significati totalmente diversi a seconda del narratore.
Oltre a dare due visioni degli stessi avvenimenti e a sottolineare quanto ciò che accade sia in realtà assolutamente relativo, in The Affair i diversi punti di vista del ricordo danno un’introspezione e una descrizione straordinaria dei due protagonisti che vengono raccontati sia da occhi esterni che in soggettiva tanto da delineare alla perfezione ogni minima curva delle personalità e ogni più profondo motivo che porta i due personaggi principali l’uno verso l’altra, creando una straordinaria empatia tra di essi e lo spettatore che non può evitare di giustificare ogni azione, anche quella più promiscua e amorale, attraverso il racconto attento, lento, fatto anche di sguardi persi e perdenti e di paesaggi dagli orizzonti ampi dove l’Oceano è l’unico testimone oculare. Il dramma del tradimento si tinge, puntata dopo puntata, ricordo dopo ricordo, sempre più di noir in una grande perla da piccolo schermo scritta non a caso dagli stessi creatori di In Treatment: Sarah Treem e Hagai Levi, penne squisite e vincenti nella loro capacità di modellare le storie la cui trama segue i complessi giochi della mente umana.
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