Vince "Keeper" di Guillaume Senez. Ecco tutti i premi principali e gli ultimi consigli di visione nel terzo appuntamento dal TFF33
Il racconto dell’inaspettata gravidanza di una quindicenne ha conquistato non soltanto il pubblico ma anche la giuria: Keeper (Guillaume Senez) ha vinto a buon diritto il premio come miglior film. La delicatezza con cui il regista segue i suoi personaggi nel difficile percorso di accettazione e difesa del nascituro riesce a rendere il pubblico partecipe di ogni pensiero dei protagonisti soprattutto attraverso i loro sguardi e i loro gesti. Comprendiamo l’ansia, la paura, ma anche l’immaturità dei due giovani, messi di fronte ad una scelta che cambierà la loro vita per sempre. E ne seguiamo il cambiamento dall’iniziale rifiuto fino alla presa di posizione opposta: una lotta contro le famiglie e contro la possibilità stessa di perseguire i propri sogni per il futuro. Attori eccellenti e spontanei e una sceneggiatura lineare eppure mai noiosa rendono questo film un piccolo gioiello da vedere.
Il premio speciale della giuria è stato assegnato a La patota / Paulina (Santiago Mitre), la cui attrice principale (Dolores Fonzi) ha ottenuto il premio come miglior attrice. La storia di Paulina, giovane avvocatessa che abbandona una carriera sicura per seguire un progetto umanitario in una regione povera dell’Argentina, ha veramente una forza eccezionale come la sua protagonista, che lotta sempre per l’accettazione, per il prossimo e per dare una possibilità di crescita a una gioventù molto disagiata, nonostante l’altissimo prezzo che questa scelta le farà pagare. Il film, presentato qui in anteprima italiana, aveva già vinto il Grand Prix alla Semaine de la Critique del festival di Cannes.
Per quanto riguarda gli altri riconoscimenti conferiti nell’àmbito del concorso ufficiale, Karim Leklou si è aggiudicato il premio come miglior attore per Coup de chaud (Raphaël Jacoulot), film vincitore del premio del pubblico, mentre il premio per la miglior sceneggiatura è stato attribuito ex-aequo al cinese A simple goodbye (Degena Yun), che tratta il ritorno a casa di una giovane donna per assistere e salutare il padre malato di cancro, e a quel Sopladora de hojas (Alejandro Iglesias Mendizábal) di cui vi avevamo parlato nel nostro articolo precedente.
Concludiamo segnalandovi due film a nostro parere meritevoli al di là dei premi. Lo slovacco Eva Nová (Marko Skop) è la drammatica e toccante storia di un’attrice che tenta di rifarsi una vita e di riconquistare l’affetto del figlio dopo un periodo passato in un centro di disintossicazione; The final girls (Todd Strauss-Schulson) è una divertentissima e intelligente parodia degli slasher movies stile Venerdì 13, di cui rielabora i cliché per far riflettere il pubblico sugli stilemi del genere e dei generi.
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