Alla scoperta di H. R. Giger, la mente che diede vita allo Xenomorfo di "Alien"

 Lo Xenomorfo protagonista del film Alien - il capolavoro sci-fi diretto nel 1979 da Ridley Scott - è ad oggi uno dei mostri spaziali più affascinanti e famosi della storia del cinema, un'icona che nel tempo ha ispirato il concept di altre creature del grande schermo e del mondo videoludico.

Chi conosce bene Alien saprà che dietro alla figura dell'acerrimo nemico di Ellen Ripley si nasconde la mente dell'artista surrealista svizzero H. R. Giger, la cui litografia "Necronom IV" (che potete vedere in foto) ne ha ispirato il macabro look a metà tra l'industriale e l'organico, che fonde elementi sci-fi e di biomeccanica ad un immaginario artistico sensuale e carnale.

Una creatura in grado di sposare alla perfezione due concetti fortemente antitetici come la bellezza e terrore, e per questo in grado di catturare e colpire il pubblico e gli autori, che sono stati ispirati dal lavoro di Giger per la genesi di svariate creature, come il famoso design dei cenobiti dell'Hellraiser di Clive Barker fino ai film di Dune realizzati da Lynch e Jodorowsky.

Ridley Scott ha chiamato Giger a lavorare sul set di Alien, lasciandogli la più completa libertà sulla progettazione di tutti gli elementi che sarebbero comparsi sul pianeta Acheron o LV-426, come appunto le creature, i paesaggi, le uova e la caratteristica astronave abbandonata dove compare un'altra delle più celebri creazioni dell'autore, il corpo morto dell'ingegnere che pilotava il velivolo (immagine sottostante).

H. R. Giger - che nella realizzazione dello Xenomorfo ha usato come base un cranio umano - ha dichiarato a proprosito del suo progetto: "Ho sempre voluto che il mio alieno fosse un qualcosa di estremamente bello, di estetico. Un mostro non è solo qualcosa di disgustoso, ma può avere anche una sua bellezza. Può muoversi con grazia e può essere sinuoso".

Se volete sapere qualcosa in più sul mondo di Giger - incluso tutto il suo lavoro dietro al film Alien - vi consigliamo questo video: