"Burtonesque": Una disamina sull'eccentrico lavoro del regista Tim Burton

Pellicole come Beetlejuice, La Sposa Cadavere ed Edward Mani di Forbice, sentono chiaramente il tocco di un regista visionario, macabro e maniacale nella cure del dettaglio: Tim Burton. Un suo film non deve semplicemente essere visionato ma va vissuto, come una vera esperienza. Il suo stile peculiare gli ha permesso di entrare nell'olimpo dei grandi filmakers come Kubrick, Hitchcok e Lynch, i cui nomi sono stati utilizzati per indicare un aggettivo cinematografico.

Molti hanno paragonato le sue opere ad un giro in un luna park abbandonato: il divertimento viene assicurato ma può anche essere molto disturbante ed oscuro. I critici del settore hanno dunque coniato l'espressione di "Burtonesque" per descrivere il suo humor surreale, legato al concetto di eroe solitario. Ecco un video che analizza, in maniera dettagliata, il minimo comune denominatore dei suoi lavori, realizzato da Philip Brubaker.

Il vero lavoro di Tim Burton può essere studiato nelle pellicole degli anni '80 e metà anni '90. Anche i due film di Batman, da lui diretti, rientrano perfettamente nello stile descritto. Come sottolineato dall'autore del video, Philip Brubaker, quasi tutte le pellicole del regista presentano la concezione del personaggio solitario che accetta in maniera attiva la sua condizione.

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In termini cinematografici, lo stile Burtoniano può essere definito "interessante". Sono oscure, gotiche, deviate, ma con una innocenza fanciullesca di fondo. Si assiste ad una dicotomia tra il buio e la luce, tra il gotico e l'idillico, racchiusi in un unico specchio creativo, come già ammirato in Beetlejuice ed Edward Mani di Forbice.

Nel corso degli anni, a detta dei critici, lo stile Burtoniano è calato parecchio, lasciando spazio a produzioni commerciali che poco hanno della sua verve originale. Vedremo se con il nuovo film, Miss Peregrine: La Casa dei Ragazzi Speciali, con protagonista Eva Green, si possa assistere ad i vecchi fasti di un tempo.