La 27a edizione del Festival du Film Documentaire Traces de Vies si è conclusa con l’assegnazione del prestigioso Prix de la Création al documentario “Il giorno del Muro” diretto da Daniele Greco, scritto e realizzato con Mauro Maugeri
La 27a edizione del Festival du Film Documentaire Traces de Vies si è conclusa con l’assegnazione del prestigioso Prix de la Création al documentario “Il giorno del Muro” diretto da Daniele Greco, scritto e realizzato con Mauro Maugeri. Con interesse antropologico, il documentario si concentra sulla comunità montana di Capizzi, nel cuore della Sicilia, che nel preparare la festa di San Giacomo ridefinisce da secoli la propria identità collettiva. La giuria del festival francese, composta dal regista Damien Fritsch, dalla sceneggiatrice Juliette Senik e dalla produttrice Michèle Soulignac, lo ha definito “un film fisico, una drammaturgia costruita attorno ai corpi, che ci fa sentire lo slancio, lo sforzo e la sofferenza sia intima che collettiva”. Ma anche “un poema cinematografico senza dialoghi, raccontato come un western e attraversato dalla suspense, che ti trascina fino a sfociare in una conclusione burlesque”.
Il film, attualmente in distribuzione su Tenk, piattaforma di documentari on demand leader in Francia, Belgio, Lussemburgo e Svizzera, si era fatto notare lo scorso luglio ottenendo la menzione speciale al Roma Cinema Doc e a settembre il Premio Cerere, in Sicilia. Si tratta di un cortometraggio appartenente al più ampio progetto Sicily Folk Doc, realizzato dai due registi insieme a Giulia Iannello (producer), Antonio Toscano (montatore) e Fabio Trombetta (sound designer), prodotto dall’associazione culturale Scarti.
La serie di documentari basa la sua sfida sulla possibilità di mostrare, attraverso il racconto cinematografico, come piccole comunità siciliane definiscano la propria identità attraverso feste religiose la legano agli elementi della natura, come l’aria (A lu cielu chianau, 2015), la terra (Il giorno del muro, 2017) e l’acqua (Acquasanta, regia di Mauro Maugeri, di prossima uscita). La tecnica dei due registi siciliani si basa sul seguire i protagonisti nella loro vita quotidiana, intrecciata alla preparazione della festa, di entrare nelle loro case scomparendoci dentro, di registrarne i suoni senza soffermarsi sulle parole. I documentari non hanno dialoghi, ma solo un paesaggio sonoro che sottolinea quanto in questi riti i significati delle parole siano spesso poco importanti rispetto alle profonde vibrazioni del suono prodotte da nenie, preghiere e canti tradizionali.
Greco e Maugeri hanno voluto dedicare il premio agli abitanti di Capizzi (Me), borgo siciliano dove il film è stato interamente girato, ringraziandoli “per la capacità di guardare alle proprie radici come la risorsa più grande, di costruire su di esse il futuro, di trovare in esse la risposta più efficace all'omologazione culturale dominante”.
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