Patricia Arquette si racconta sulle pagine di The Guardian, parlando non solo del successo inaspettato di "Boyhood", ma anche delle ingiustizie di Hollywood. Femminista convinta, l'attrice sostiene che tutto il mondo sia sessista
Patricia Arquette è stata una delle attrici più amate degli anni '90, e tra gli autori con cui ha lavorato in quel periodo, figurano grandi nomi come quelli di David Lynch (Strade perdute), Tim Burton (Ed Wood) e Martin Scorsese (Al di là della vita). Poi il calo e il rischio di diventare una meteora, almeno fino a Boardwalk Empire e sopratutto a Boyhood, ultima pellicola di Richard Linklater che ha segnato la rinascita cinematografica dell'attrice. E ora, dopo aver vinto il Golden Globe, il Critics Choice e il SAG, possiamo dire che Patricia Arquette abbia decisamente l'Oscar in mano, ormai solamente da ufficializzare durante la cerimonia prevista il 22 Febbraio.
In un'intervista a The Guardian, l'attrice ha espresso la sua meraviglia: “Mi sento come fossi in uno strano sogno da cui mi sto per svegliare. Gran parte dei film che ho fatto non aveva nemmeno il budget per fare campagna. Non abbiamo mai pensato che Boyhood potesse anche solo essere considerato agli Oscar. Il nostro budget era di 2,8 milioni di dollari per 12 anni. Non sapevo se sarebbe mai stato visto o amato da qualcuno. (...) Boyhood è un film di piccoli momenti che nessun altro avrebbe mai messo in un film. Non ho mai visto un regista passare così tanto tempo a filmare una 46enne mentre legge il giornale o si lamenta degli idraulici o qualsiasi altra cosa stesse facendo. Gli studios direbbero che 'nessuno vuole vedere quelle cose'. Ma ora che Boyhood è andato così bene, non possono più sostenerlo".
La Arquette ha poi colto l'occasione per parlare di Hollywood, e più precisamente delle attrici che vengono svalorizzate una volta invecchiate: “C'è veramente così tanta pressione per le attrici nell'apparire in maniera strana e irrealistica. Non devi invecchiare. Sei costretta ad essere perennemente e incredibilmente bella perché quello è il mondo del cinema. Potresti avere 50 anni ma devi parlare come una 35enne”.
Questo fatto, ovviamente, ha dato parecchio fastidio all'attrice, la quale è una femminista convinta: “Quando avevo 28 anni e ho fatto Human Nature con Michel Gondry, ho detto: 'Sì, mettetemi dei peli su tutto il corpo'. Ero abbastanza femminista e infastidita riguardo le ingiuste aspettative dell'ambiente. Sono insidiose. Noi donne americane pensiamo di avere uguaglianza, ma la verità è che non è così. (…) Certe attrici lavorano così sodo, hanno vinto premi, hanno tantissimi fan, eppure Jennifer Lawrence viene pagata meno degli uomini? La differenza tra i salari maschili e femminili è reale. Non è solo Hollywood: le donne giudici, medici e avvocati fanno meno soldi degli uomini. Il mondo è sessista”.
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In attesa di vederla con l'Oscar in mano, ricordiamo che l'anno scorso Patricia Arquette ha girato anche un'altra pellicola, The Wannabe di Nick Sandow, dove affiancava Michael Imperioli e Vincent Piazza. Attualmente è invece sul set della serie tv CSI: Cyber, la quale avrà nel cast anche James Van Der Beek, ex Dawson di Dawson's Creek.
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