Nessuna rivalità tra i due nonostante si trovino ad interpretare lo stesso ruolo, anzi, l'attore di "Breaking Bad" - che per primo era stato LBJ nel dramma della HBO - ha aiutato il collega con alcuni consigli e dritte telefoniche
L'interpretazione di Woody Harrelson nel biopic LBJ - in cui veste i panni del presidente americano Lyndon B. Johnson - ha fatto impazzire il pubblico del Toronto Film Festival e la critica americana, che ha premiato l'attore con commenti più che positivi sulla sua performance nel film di Rob Reiner.
Le vicende della vita di Johnson di recente erano state esplorate anche in un altro film della HBO - trasmesso lo scorso 21 maggio - in cui il presidente era stato interpretato da Bryan Cranston, la star di Breaking Bad e Trumbo, che analogamente al collega aveva ricevuto dei commenti entusiasti.
Sembra che Harrelson anziché vedere Cranston come un rivale, abbia recentemente rivelato di aver chiesto consiglio proprio all'attore che lo aveva preceduto prima di buttarsi a capofitto nella vita di LBJ.
"È stata una cosa scoraggiante per me prendere un ruolo appartenuto a uno dei più grandi attori di oggi, come il Brando dei nostri tempi. È già difficile solo interpretare LBJ, figuriamoci se è stato interpretato già da Bryan Cranston. Lui però è stato un grande amico per me, mi ha aiutato durante tutto il processo e voleva che lo facessi bene. La cosa bella è stata la sua grande generosità, il tempo che ha trascorso con me al telefono quando l'ho contattato, dandomi consigli e idee. È stato così magnanimo e generoso" ha dichiarato Harrelson: "Lui non l'ha vista come una competizione, mi ha semplicemente detto 'si tratta di una cosa enorme, riempiamola insieme".
[Leggi anche: Una clip di "LBJ" ci mostra la radicale trasformazione di un irriconoscibile Woody Harrelson]
L'attore - nonostante abbia accettato il ruolo con un certo entusiasmo - ha anche ammesso di non avere una particolare stima per il presidente LBJ, che inevitabilmente associa alla guerra in Vietnam: "Non riesco a pensare a lui senza pensare alla guerra in Vietnam. Sono morte 22 milioni di persone, gran parte di queste erano civili. Innocenti. Molta della responsabilità è di Nixon perché la guerra è continuata fino al 1975, ma c'entra anche LBJ".
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