Il regista di "Toro scatenato" ha sempre avuto un occhio di riguardo per il nostro cinema, ecco alcuni dei suoi titoli preferiti
Foreign film list è la lista che nel 2006 Martin Scorsese compilò elencando i film che secondo lui ogni cineasta – o appassionato della settima arte – dovrebbe conoscere (e per conoscere si intende “vedere”, non diamolo per scontato). Vuoi per l’influenza del cognome – i nonni del regista di Taxi Driver provenivano dal palermitano, vuoi per la grandezza di alcuni nomi imprescindibili – una delle cinematografie più rappresentate è quella italiana. Ecco i primi cinque tra i film italiani consigliati direttamente da Martin Scorsese, la sua dichiarazione d’amore al Neorealismo e ai padri del nostro cinema del dopoguerra.
1 Roma città aperta (1945)
Il primo capitolo del Neorealismo: luce naturale, attori non professionisti, set a cielo aperto; tutti gli elementi sono in gioco per fornire una radicale spontaneità al film che documenta l’Italia dell’immediato dopoguerra.
2 Paisà (1946)
Passa un anno solo e Roberto Rossellini gira un film sulla guerra totalmente diverso dal precedente. La struttura a episodi – tutti e sei scritti da autori differenti tra i quali Federico Fellini - racconta la Resistenza in Sicilia.
3 La terra trema (1948)
Torniamo in Sicilia, questa volta con Visconti. Letteratura e Neorealismo si mischiano, i pescatori siculi e il dialetto di Verga: si ottiene uno stile ineguagliabile. La divisione in cinque atti è molto probabilmente una delle influenze che il regista porta con sé dalla sua esperienza teatrale.
[Leggi anche: Le locandine dei film preferite da Martin Scorsese...]
4 Ladri di biciclette (1948)
L’umanesimo cinematografico di De Sica porta sul grande schermo il più tenero e straziante esempio di rapporto padre e figlio. La storia di Antonio è anche un pretesto per mostrare – siamo pur sempre nell’epoca del Neorealismo – la situazione in cui si trovavano le classi più povere nella Roma del dopoguerra.
5 Umberto D (1952)
Umberto Domenico Ferrari è un uomo solo che stenta a vivere con la sua pensione, a tenergli compagnia c’è solo il suo cagnolino. Il film scritto da Zavattini mette alla prova De Sica, lo porta a confrontarsi con il tema della vecchiaia dopo molti film dedicati all'infanzia.
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