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Autore Riccardo Lo Bue :: 10 Giugno 2014

Claudio Di Biagio e Luca Vecchi ci raccontano retroscena e aneddoti di Vittima degli eventi, il fan movie ispirato al fumetto di Tiziano Sclavi, realizzato grazie al crowdfunding

Vittima degli eventi, Luca Vecchi, Groucho, Valerio Di Benedetto, Dylan Dog, Alessandro Haber, commissario Bloch

Vi avevamo già parlato di Vittima degli eventi, il fan movie ispirato al fumetto di Tiziano Sclavi, realizzato grazie a due campagne di crowdfunding. Ci siamo fatti raccontare qualche dettaglio in più dai due ideatori del progetto: Claudio Di Biagio, regista, e Luca Vecchi, sceneggiatore e attore. 

Com’è nata la collaborazione tra Claudio Di Biagio e Luca Vecchi?
C - Utilizziamo lo stesso mezzo [Youtube ndr] con modalità diverse e a volte ci stiamo anche simpatici. Credo anche per un'unione di intenti, si voleva realizzare qualcosa di bello e nuovo per il web, quasi fosse uno sfogo.
L - Reputo Claudio Di Biagio uno dei più talentuosi registi di genere degli ultimi tempi. Nonostante la continuum di Freaks! [una web serie trasmessa anche da Deejay TV, di cui Claudio Di Biagio ha curato la regia ndr] non mi sia ancora del tutto chiara (anche dopo aver letto il libro) il suo lavoro tecnico di regia, di messa in scena, di mood e di fotografia (con l'aiuto del baldo Matteo Bruno) rimane uno dei picchi più alti in termini di serial fantascientifico italiano degli ultimi dieci anni. Meritavano molto di più di Deejay Television e Showreel.

Il film è stato finanziato attraverso due campagne di crowdfunding e, se non sbaglio, la seconda raccolta è andata meglio della prima. Qual è stato l’atteggiamento del pubblico? Inizialmente avete sofferto un po’ di diffidenza?
C - Sì, totalmente. Il nostro Bel Paese non è ancora pronto a questo tipo di produzione ma alla fine le persone si sono sentite incoraggiate dal fatto che il progetto prendeva sempre più piede e soprattutto che era presentato e impacchettato in modo professionale.
L - Man mano che il progetto prendeva forma il pubblico si appassionava alla nostra avventura. Gli italiani sono diffidenti ma sono al contempo molto passionali e se sai sedurli nella maniera giusta si lasciano andare.

Dylan non è sempre lo stesso nei vari fumetti, infatti, la caratterizzazione del personaggio risente molto della penna dello sceneggiatore: Paola Barbato ci racconta un Dylan più romantico, Claudio Chiaverotti rappresenta un Dylan più tragico, Sclavi ci presenta un personaggio più complesso e sfaccettato, alternando i lati più oscuri a quelli più romantici. In vittima degli eventi che Dylan vedremo?
C - Un Dylan plausibile, del nostro tempo, che non lascia spazio a dinamiche fuori dal contesto. Siamo a Roma e siamo nel presente e questo influenza il personaggio pur facendolo reggere sui suoi canoni classici.
L - Su carta, almeno per quanto riguarda la sceneggiatura, Dylan era più eclettico. Un po' alla Robert Downey Jr. di Guy Ritchie. Claudio era però affezionato alla sua natura da bel tenebroso tipica del fumetto. La mascella filoamericana di Valerio Di Benedetto ha fatto il resto rendendolo bello e impossibile. Credo sia uscito un connubio di tutte queste visioni.

V’ispirate a qualche film precedente?
C - Nessuno in particolare per la regia, diciamo che ho cercato di portare il mio stile visivo nella composizione e nei tempi.
L - Harry ti Presento Sally. No scherzo. È una Ghost Story. Dentro c'è un po' di Giappone alla The Grudge, un po' di spagna alla Balaguero e un po' di cinefumetto classico con siparietti alla Raimi. Claudio ci ha messo La Grande Bellezza di Sorrentino.

Il fumetto è ambientato a Londra mentre il film è ambientato a Roma: perché questa scelta?
C - Perché non avevamo di certo i soldi per andare a Londra e soprattutto perché quello che si fa dal 1986 su Dylan Dog è di portare alla luce un mood, un’atmosfera, quella londinese in particolare; e non di certo la città profondamente esplorata come si pensa.
L - Ovviamente, come anticipa Claudio, è stata meramente una questione economica. Tuttavia abbiamo pensato di fare necessità virtù e di cercare di mettere l'indagatore dell'incubo contro misteri e leggende nostrane. Speriamo ne abbia tratto forza. Culturalmente parlando.

Tu Luca interpreti il ruolo di Groucho: come mai hai scelto proprio questo personaggio? 
L - Innanzitutto per la spiccata fisiche du role (è stato uno degli elementi che ci hanno spinto a giocare e a cimentarci in quest'avventura; Groucho è il mio cavallo di battaglia per le feste in maschera) e poi perché nel carattere l'ho sentito sempre molto affine. Spero di avergli reso giustizia in qualche modo. Recchioni è rimasto particolarmente colpito e sentire una leggenda del fumetto italiano come lui dire "era esattamente così che mi aspettavo Groucho in video" mi ha reso un brodo di giuggiole.

Della trama del film si conosce ancora poco: ci raccontate qualcosa? 
C - È una ghost story basata su una vera leggenda di Roma. Sarà molto sospesa, tensione e approfondimento dei personaggi sono fondamentali in questa storia.
L - Adele ha un sogno ricorrente: una ragazza che piange e che non fa altro che staccarsi la testa e lanciargliela come si fa con un pallone da basket. Il problema è che quando Adele controlla di chi sia la testa in questione, non vede altro che il suo volto. Questa cosa della duplicità mi avvicina molto al dualismo di De Palma. Se non sbaglio c'era qualcosa di simile anche in Dellamorte Dellamore… Affascinante…

Nel cast ci sono anche Milena Vukotic e Alessandro Haber: come siete riusciti a contattarli e a coinvolgerli? Com‘è stato lavorare con loro?
C - Milena Vukotic, Alessandro Haber e Massimo Bonetti sono nel cast perché siamo riusciti a convincerli con la nostra passione verso il progetto, questo è stato fondamentale per far in modo che accettassero. Hanno tutti e tre creduto in qualcosa di nuovo e spontaneo, hanno creduto nella possibilità di talento nuovo.
L - Cogliamo l'occasione di ringraziare Irene Splendorini per il contatto del Sig. Haber, Pietro Sermonti (un eroe) per quello della Signora Vukotic e Giusy Mandalà e Alessandro Aronadio per il contatto di un'altra guest della quale riveleremo presto il nome.

La color correction e il montaggio audio sono curati dallo studio frame by frame, società di primo piano nel settore della produzione audiovisiva. Come nasce la collaborazione con loro? Se non sbaglio sono stati loro stessi a proporsi.
Sì, in modo semplice: il progetto è piaciuto tanto anche a loro e ci hanno visto "qualcosa" su cui concentrarsi e lavorare bene. Ottimo per noi, positivo per loro.

Siete in contatto con Bonelli editore e con Tiziano Sclavi? Cosa ne pensano del progetto? So che Sclavi vi aveva mandato una mail e voi l’avete cestinata, pensando fosse uno scherzo. 
C- Sì, tutto vero. Confermiamo di essere degli idioti. Il signor Sclavi ci ha esortati a continuare e siamo fieri di questo, gli abbiamo poi scritto e lui con una classe infinita ci ha risposto accettando le nostre scuse, Roberto Recchioni ci ha comunicato la veridicità della mail quando abbiamo avuto il piacere di incontrarlo la prima volta e siamo rimasti a bocca aperta. 
L - Probabilmente una delle figure di merda più grandi della mia vita.

L’Italia è un paese che tendenzialmente attribuisce uno scarso valore economico al lavoro creativo e intellettuale.  Come già detto, a questo film hanno collaborato anche grandi artisti a titolo completamente gratuito e questo è un aspetto che avete sottolineato in più circostanze. Così facendo, non si rischia di rafforzare l’idea che chi produce contenuti, anche di alta qualità come il vostro, lo debba fare solo per passione senza avere in cambio alcun compenso economico? 
C - Domanda lecita e giustissima, anzi: grazie. Sì, c'è il rischio ma noi facciamo di tutto per non far diventare questo un esempio da seguire all'infinito. Dobbiamo fare in modo che le persone capiscano che c'è bisogno di una crescita economica vicino a quella creativa. Questo è il punto.
L - Per l'appunto il crowdfunding può offrire delle modalità di produzione svincolate da quelle canoniche. Una vera e propria rivoluzione del finanziamento e del mecenatismo.

Il film sarà proiettato a Roma, Napoli e Milano per i donatori. Poi sarà portato in tour in diversi cinema e festival: avete già qualche data?
C - Per il momento no, ci stiamo lavorando.

Forse è una domanda prematura: ci sarà un sequel di vittima degli eventi o comunque altri progetti legati al mondo di Dylan Dog?
C - Speriamo davvero tanto.
L - Già. Un ringraziamento a tutti i nostri collaboratori! Speriamo di chiudere presto e nel migliore dei modi! Un saluto!

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