Scienziati e corporazioni ai ferri corti circa il degrado ambientale, ma un supervulcano minaccia di eruttare e di mettere a rischio l'intero pianeta: questa la trama di "Salt and Fire", prossimo progetto di Herzog, sempre più vicino alla natura
Werner Herzog è al lavoro sul suo prossimo progetto, un disaster movie chiamato Salt and Fire, che tratterà di un vulcano. Se ne vedranno delle belle in fase di produzione, visto che, giocando con l'oggetto del film, il regista è uno dei più vulcanici del cinema europeo e non solo. Tra l'altro le impressioni sul suo ultimo lavoro, il biopic su Gertrude Bell Queen of the Desert, sono per ora pesantemente negative, nonostante figure che attirano al botteghino come Naomi Watts e Robert Pattinson; ma Herzog non sembra essere influenzato da questi giudizi ed è già lanciato nel suo nuovo piano d'azione, la cui produzione dovrebbe iniziare concretamente nel giro dei prossimi due mesi.
Il film riporta il regista sul tema dei vulcani dopo il documentario di 38 anni fa La Soufriere: Waiting for an Inevitable Disaster; in quell'occasione, in quel del Guadalupe, l'aspettativa per un'eruzione spettacolare fu alla fine disattesa. Questa potrebbe essere la volta buona per una sequenza da effetti speciali. Si tratterà di un thriller romantico con la star tedesca Veronica Ferres che interpreterà una scienziata che risale ai vertici di una corporazione in merito a un disastro ambientale in Sud America, ma le forze in gioco devono, a un certo punto, unirsi quando il pericolo di un supervulcano vicino non si dimostra più ipotetico, ma diventa la minaccia che potrebbe generare una catastrofe globale.
[Leggi anche: Herzog torna al cinema di finzione con Queen of the Desert]
Salt and Fire è il secondo progetto sui vulcani in questo decennio per Herzog; qualche anno fa, quando il regista annunciò i piani per il biopic di Gertrude Bell, parlò anche di un documentario in collaborazione con Clive Oppenheimer, il vulcanologo che appare in Encounters at the End of the World del 2007, sempre di Herzog. Lo scorso autunno il progetto, pianificato in 3D IMAX, era ancora in fase di produzione in cinque diversi paesi.
Il regista sta navigando in acque da documentario ultimamente, o ispirandosi a situazioni reali. Nel prossimo film potrebbe tornare a scatenare il suo spirito visionario e ritrovare l'estasi a lui cara, come la definì in un'intervista a Repubblica: "Estasi è uno stato fisico. È quando salti fuori dal tuo corpo, dalla tua esistenza, dal tuo limite fisico e voli. Ma non siamo nati per volare. Uccelli e frisbee sono fatti per volare. Possiamo volare fuori da noi stessi attraverso il cinema qualche volta. O con la musica, con la poesia. Abbiamo la possibilità di passare a una forma di verità più profonda. Naturalmente questo non ha nulla a che vedere con il cosiddetto cinéma vérité e con la verità dei contabili. È attraverso l'invenzione, che si può giungere a certi momenti di illuminazione. Più che fornire informazione è importante provocare estasi e illuminazione. I fatti non costituiscono la verità: questa è sempre stata una mistificazione. Non esiste nessuna verità dei fatti".
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