Ritratto di Alessandro Tavola
Autore Alessandro Tavola :: 31 Agosto 2015
Locandina di Operazione U.N.C.L.E.

Recensione di Operazione U.N.C.L.E. di Guy Ritchie con Henry Cavill, Armie Hammer, Alicia Vikander: una nuova rivisitazione della vecchia TV che non riesce a giocare con l'iconografia, deludente soprattutto per ritmo e prove del cast

Diretto da Guy Ritchie e con protagonista il più recente Superman Henry Cavill, Operazione U.N.C.L.E. è l’adattamento della quasi omonima serie televisiva Anni Sessanta Organizzazione U.N.C.L.E., ma questa volta il gioco della rivisitazione fallisce su quasi tutta la linea.

Se con i due Sherlock Holmes il regista inglese era riuscito a suo modo ad aggiornare il soggetto secondo canoni estetici almeno superficialmente moderni, con Operazione U.N.C.L.E. non ha modo di inquadrare le coordinate dell’immaginario di riferimento. La patina Sixties appare in tutto e per tutto sbiadita e non riesce mai ad abbracciare in modo convincente l’iconografia chiave né tantomeno a mettere in atto un meccanismo impattante sullo spettatore: se i canoni pop compaiono secondo aspettative con tutto il loro dolciastro e il loro retrò, è Ritchie a fallire nell’orchestrazione, dandoci immagini lontane, prevedibili più che previste, poco interessate, quasi respingenti, senza mai dare l’idea di un’autentica rielaborazione e senza creare uno scenario solido e attraente, al più capace di distrarre con alcuni capisaldi del genere.

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Se Operazione U.N.C.L.E. visivamente si rivela una stampa turistica da quattro soldi è la totale assenza di confidenzialità del cast a infliggere il danno maggiore. Henry Cavill non riesce ad essere carismatico come dovrebbe, incapace sia per il fascino che per l’ironia; Armie Hammer ci prova ma senza controparte è ardua; entrambi col physique du rôle, ma ingessatissimi, e col poco che sono in grado di dare quasi si annientano a vicenda sullo schermo. Senza visione e senza personaggi rimane una spy-story canonica in cui ogni elemento appare fiacco o annacquato, capace di ricordare più Bud Spencer e Terence Hill o qualche puntata superflua di Lupin piuttosto che James Bond, con una mancanza di padronanza del mezzo inaspettata e capace di suscitare più di una perplessità.

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Più che inadeguato, Operazione U.N.C.L.E. sembra aver scelto di non connotarsi, così da “buttare la roba lì”. Al regista di Snatch – Lo strappo e RocknRolla sembrano mancare sia lo humour che il senso del ritmo non appena muove un passo fuori dalla propria comfort zone. Senza l’incalzare verboso di Robert Downey Jr. e l’affastellamento ubriacante di avvenimenti dei film su Sherlock Holmes con cui poteva farsi scudo, tutte le sue lacune diventano indifese e indifendibili, i punti di riferimento si rivelano irraggiungibili, l’idea di intrattenimento si ritrova vaga e abbozzata, e anche la semplice computazione dell’immaginario risulta indigesta e scadente, di per sé e se messa a confronto con film teoricamente meno ambiziosi come Agente Smart – Casino totale.

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Con tutte le possibilità sia narrative che tecniche e con gli ampi margini pop concessi dal pubblico oggigiorno tutto ciò è inaccettabile. Soprattutto a pochi mesi da Kingsman - Secret Service.

Trailer di Operazione U.N.C.L.E.

Voto della redazione: 

2

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