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Autore Alessandro Tavola :: 10 Settembre 2014
Locandina di Sex Tape - Finiti in rete

Recensione di Sex Tape - Finiti in rete di Jake Kasdan con Cameron Diaz e Jason Segel: tra scene di nudo ed equivoci, una commedia datata fatta di battutacce e prodotti Apple messi insieme peggio che nel cinepanettone più stanco

Jake Kasdan torna a dirigere Cameron Diaz e Jason Segel in Sex Tape - Finiti in rete, una commedia fintamente attuale e più adeguata al Neri Parenti più svogliato che alle firme che porta.

Il problema probabilmente è alla base: per quanto comica di per sé, la diffusione di un video porno amatoriale rimane un evento dalle ripercussioni e dalle risoluzioni immateriali, non pratiche, e tale pretesto arranca, dovendosi arrendere al rimanere tale, ed infine estraneo, di fronte alle necessità narrative. Non in preda ad uno sviluppo delirante (anzi: l’esatto opposto), il film si sviluppa per gag datate abbozzando una caccia al tesoro: tra equivoci, imbarazzi, una lotta contro un cane e un tuffo dalla balaustra, i due danno la caccia ai tablet sincronizzati col cloud su cui è stato salvato il video, fino a ritrovarsi al data center di Youporn. Jason Segel regala iPad a destra e a sinistra per condividere le proprie playlist mentre al contempo non sa che, così come le aggiorna, le può anche cancellare o modificare. Una dinamica che risulta infine più vecchia di quella della vhs scambiata al videonoleggio, una storia di trent’anni fa che di oggi ha solo gli oggetti e la parlantina.

Forzature palesi ed eccessive che si traducono in una corsa col freno a mano tirato: incastrati in queste contraddizioni impresentabili, i due protagonisti non si sviluppano e rimangono imbambolati, come se sceneggiatori e attori fossero consapevoli del cul-de-sac irrisolvibile, nella ristrettezza di idee degna del cinepanettone più accomodante. Senza che la regia di Kasdan riesca ad inventare o rinfrescare nulla, il film avanza spolmonato, tra battute a sfondo sessuale (e sensibilmente impoverite dal doppiaggio, in una cascata di «scopare/cazzo/culo» innaturale) e momenti slapstick mal montati; il tutto infarcito da una presenza di prodotti Apple dagli effetti devastanti. Gli iPad sono onnipresenti sullo schermo e nelle parole (probabilmente superano le volgarità), così come la nozione di cloud e il (mal)funzionamento di Siri: che si tratti di product placement ragionato o di critica (il film è della Sony) l’ossessività con cui ciò viene presentato è svenante e talvolta imbarazzante, fino a costituire il peso maggiore di tutta la pellicola, soprattutto se mescolata con gli arcaismi di cui sopra.

Il nudo integrale di Cameron Diaz arriva in ritardo su televisione, video musicali e commedie in generale, provando a sovrapporre ridicolo e sensualità quando ormai, tra un twerk e una litigata senza veli, il pubblico dovrebbe aver già sviluppato gli anticorpi.

Sex Tape è un film nato stanco e che fallisce, anche se paragonato a Cattivi vicini che, seppur disordinatissimo e caotico, aveva velocità, meccanismi e menefreghismo più odierni e propositivi. Ed ancora di più davanti a Bad Teacher  - Una cattiva maestra, dove gli stessi Kasdan, Segel e Diaz erano riusciti a costruire qualcosa degno delle loro rispettive fame.

Trailer di Sex Tape - Finiti in rete

Voto della redazione: 

1

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