Recensione di Cattivi vicini di Nicholas Stoller: Una commediola senza pretese con l'idolo teen Zac Efron e il comico Seth Rogen: una visione estiva tanto leggera da risultare impalpabile e meno caustica di quello che vorrebbe essere
Cosa succede se Animal House incontra Vicini di casa ma al posto di John Belushi c’è l’insipida teenage star Zac Efron? Più o meno un disastro, e purtroppo non nel senso blutarskiano del termine.
La commedia estiva Cattivi vicini di Nicholas Stoller echeggia nel titolo identico in originale (Neighbors) il suo predecessore del 1981, in cui Belushi e Dan Aykroyd, vicini di casa dalle attitudini opposte, si sfidavano a colpi di crudeli scherzi: tema presente anche qui, solo che al posto della dicotomia tra pacifico borghese e scatenato rockettaro c’è la frattura tra una serena famigliola con neonata e una selvaggia confraternita studentesca, da cui il riferimento al landisiano capostipite dei college movies. Ma non bastano cattiverie e colpi bassi dall’esito fragoroso a tenere in piedi una commedia che si vorrebbe caustica ed è solo noiosa, dejà-vu fino alla nausea, colpa anche di un parco interpreti troppo scialbo. Seth Rogen, nel ruolo del giovane padre nerd che vorrebbe essere cool, fuma marijuana e rimpiange i tempi dei party studenteschi, non fa faville ma si barcamena, specie se paragonato all’incolore Rose Byrne, petulante mogliettina. Zac Efron con il suo faccino patinato è poco credibile come selvaggio animatore di feste (ben altra cosa era il rutilante ed eccessivo Belushi-Blutarsky che spaccava chitarre e tracannava whisky direttamente dalla bottiglia) e infatti finisce a fare il modello per Abercrombie&Fitch in un’operazione di product placement tanto invasiva quanto stonata. Si ride poco e si sbadiglia molto, mentre il tema del conflitto generazionale e del dolceamaro rimpianto per la libertà perduta per amore della famiglia vengono sprecati in una selva di stupidaggini che di corrosivo hanno ben poco. Nella contemporanietà globalizzata, anche le confraternite, un tempo simbolo, almeno sullo schermo, di una sana goliardia dal respiro anarchico, diventano una mortifera selva di superficialità, dove fare festa vuol dire sghignazzare e saltellare con sorrisi ingessati, preoccupandosi di sembrare cool. Qualche battuta divertente sull’anzianità e qualche riferimento allo spionaggio web di cui siamo tutti vittime e carnefici non servono a sollevare il tiro generalmente fiacco. Di buono c’è che il tono resta sempre piuttosto garbato e raramente (la scena dei calchi genitali) scade nella trivialità scatologica cui le commedie americane da botteghino dedicate agli adolescenti ci hanno abituati. Le fan di Efron potranno comunque beneficiare di abbondanti inquadrature del loro beniamino che mostra generosamente i muscoli. Lisa Kudrow, la Phoebe di F.R.I.E.N.D.S. compare nel ruolo della svampita preside del college, mentre l’amico secchione di Efron è interpretato da Dave Franco, fratello del più celebre e onnipresente James.
Voto della redazione:
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