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Autore Giulia Marras :: 21 Ottobre 2014
Locandina di Tre tocchi

Recensione di Tre tocchi di Marco Risi | L'incontro tra il mondo dello spettacolo e del calcio, nelle carriere precarie di sei attori dilettanti

Con Tre tocchi Marco Risi racconta il mestiere dell'attore nel momento in cui non ha ancora raggiunto il successo ed è costretto a incastrarsi tra lavori di ripiego, lezioni di recitazione e provini. Le sei storie che, intrecciandosi senza troppa continuità, formano il film del figlio del grande maestro Dino Risi nascono dalle vicende e dalle aspirazioni reali di sei membri della squadra nazionale di calcio degli attori fondata da Pier Paolo Pasolini nel '70. Non solo i principali protagonisti, ma anche gran parte della troupe deriva dall'incontro dei professionisti del settore e appassionati del pallone all'interno del team: Ionis Bascir, attaccante alla colonna sonora, Francesco Frangipane, terzino aiuto regista e co-sceneggiatore e Andrea Iervolino alla produzione; più alcuni partecipanti occasionali che prestano per delle brevi apparizioni, come Matteo Branciamore, Luca Argentero, Claudio Santamaria e Marco Giallini.

Le differenze caratteriali dei sei personaggi principali, le difficoltà che affrontano e gli effetti che il sogno di un lavoro nel mondo dello spettacolo comporta si uniscono in un monologo recitato a turno da ognuno degli aspiranti attori per un provino a cui infine tutti concorreranno.
Con un budget irrisorio di 450 mila euro, Risi cerca di osare e trasgredire con sequenze oniriche ispirate ai miti hollywoodiani, travestimenti, discorsi controversi su Berlusconi e nudi frontali. Peccato però che i sei percorsi di vita seguiti dalla macchina presa, per quanto reali, non convincano per un secondo lo spettatore nella loro trasformazione in fiction. Le vicende personali vengono raccontate senza filo logico, ricalcando i clichè degli stili di vita degli attori da fotoromanzo, di teatro, di cabaret; in alcuni casi riaffora il passato, la terra d'origine, le famiglie con le loro aspettative, ma sistemate in una dispersione narrativa che confonde e non riesce a donare ai volti una vera identità.

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Roma e il cinema raccolgono uomini provenienti da tutte le parti d'Italia, divenendo lo specchio del paese che cerca di mantere il proprio bagaglio culturale facendo i conti con un'economia che non lo può più permettere: non stanca qua la marcatura delle diverse provenienze, tra una romanità sempre esuberante e chi arriva con la valigia piena di speranze dal Sud ed è ispirata anche la piccola incursione a Matera mentre stufa e ridonda l'ennesima intrusione della camorra.
Tre tocchi si dimostra l'esempio di come il cinema italiano continui a tentare, purtroppo fallendo, di inaugurare una nuova fase creativa, sia tramite il suo tema interno, sia attraverso il suo risultato mediocre.

Trailer di Tre tocchi

Voto della redazione: 

2

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