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Autore Giulia Marras :: 4 Ottobre 2016
Locandina di Il sogno di Francesco

Recensione di Il sogno di Francesco | Con la produzione franco-belga-italiana arriva il racconto inedito del santo che ha più affascinato il cinema con la travagliata storia della nascita dell'Ordine e del conflitto con il confratello Elia da Cortona

Il più ribelle e romantico tra i santi, San Francesco non ha ancora smesso di ispirare ritratti cinematografici: dopo il Giullare di Dio di Rossellini e il Francesco della Cavani (meglio, i suoi ben tre Francesco) o ancora quello di Zeffirelli, il santo di Assisi continua ad affascinare per il suo spirito controcorrente e quasi laico, l'ecologista contro il materialismo celato nelle rigidità della Chiesa di Innocenzo III. I due registi francesi partono proprio dal rifiuto del papa della Regola dei frati intorno a Francesco, scritta per la fondazione dell'Ordine, prediligendo, diversamente dai loro precedessori, la difficile storia  della comunità dei confratelli e del compromesso finale e obbligato con l'istituzione. 

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Ne Il sogno di Francesco, lo spirituale viene messo in gioco dalla politica della religione mentre le contrapposizioni interne al movimento rispecchiano la stessa contraddizione di una Regola libera e radicale che vorrebbe però essere accettata e inclusa dal potere ecclesiastico. Attraverso lo sguardo di Elia da Cortona, vero protagonista che incarna l'opposizione all'estremismo di Francesco, Fely e Louvet vogliono raccontare la crisi di un'ideologia molto familiare al modello contemporaneo, in un'Italia del 1200 molto simile a quella di oggi, tra capitalismo e migrazioni. 

Eversivo, addirittura eretico, il Francesco di Elio Germano è sempre in bilico tra la follia e il fanatismo, tra il nichilismo (“noi non siamo niente”) e l'assolutismo; Francesco porta avanti un ideale che “non è di questo mondo” e che forse ancora oggi rimane incomprensibile e inaccettabile al pensiero dominante. Un ideale illusorio infine, proprio perché cede al compromesso. 
Nella composizione e nel fallimento di un'utopia collettiva, i due registi e sceneggiatori conducono un'indagine umanista e laica sul santo e sulla nascita del suo ordine, che avviene in lontananza fisica e concettuale dalla sua figura di cristiano atipico.

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Girato in Cinemascope, con una produzione franco-belga-italiana, Il sogno di Francesco resta lontano dal grande affresco rosselliniano ma in grado di camminare sulle sue gambe grazie al cast di rilievo, tra cui Jérémie Renier, il combattuto Elia, e Alba Rohrwacher, una perfetta Santa Chiara, e al taglio tipicamente bressoniano delle immagini. Peccato però che le idee intriganti alle sue fondamenta rimangano fin troppo latenti al sottosuolo e non spicchino il volo, come nell'ultima carrellata aerea che accompagna Francesco dalla morte alla santificazione.

Trailer di Il sogno di Francesco

Voto della redazione: 

2

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