Quali sono le situazioni più adatte per usare una soggettiva? Ecco qualche suggerimento
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La soggettiva, ovvero quel determinato momento, in un film, in cui guardiamo direttamente dagli occhi di uno dei personaggi. Ma quali sono le situazioni più adatte per usare l'espediente? A darci qualche suggerimento, in proposito, è Cinefix, che ha raccolto in un bel video alcune delle scene in soggettiva più memorabili della storia del cinema.
UNO STATO DI ALTERAZIONE NELLA REALTÁ – Magari il personaggio ha appena fatto una grossa scoperta. Magari è entrato in un momento di trauma improvviso. O magari, più semplicemente, ha solo iniziato a vedere il mondo in maniera diversa. Per sottolineare le emozioni e le sensazioni viscerali del momento, una soggettiva potrebbe essere la soluzione più efficiente.
ALLUCINAZIONE, IMMAGINAZIONE, LISERGIA – Il tuo personaggio si è preso un funghetto e sta iniziando ad avere delle visioni. Le cose che vede sono soltanto sue e non appartengono alla realtà, ed è per questo che una soggettiva rimane il miglior punto di partenza.
SOGNI, INCUBI – Che si tratti di un bel sogno o un incubo, che sia ad occhi aperti o durante un bel sonno, questi stati di non-lucidità non sono poi così diversi da un'allucinazione o un trip immaginario. Anche in questo caso, la soggettiva è una maniera funzionale per sottolineare la cosa.
MEMORIA – Talvolta, i flashback non devono solo mostrare determinate cose per come sono accadute veramente, ma anche per come sono state vissute dal personaggio. Insomma, un ricordo è personale, e quasi mai una rappresentazione oggettiva.
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