Ritratto di Pierre Hombrebueno
Autore Pierre Hombrebueno :: 3 Marzo 2017

Quali sono le situazioni più adatte per usare una soggettiva? Ecco qualche suggerimento

La tecnica della soggettiva

La soggettiva, ovvero quel determinato momento, in un film, in cui guardiamo direttamente dagli occhi di uno dei personaggi. Ma quali sono le situazioni più adatte per usare l'espediente? A darci qualche suggerimento, in proposito, è Cinefix, che ha raccolto in un bel video alcune delle scene in soggettiva più memorabili della storia del cinema.

UNO STATO DI ALTERAZIONE NELLA REALTÁ – Magari il personaggio ha appena fatto una grossa scoperta. Magari è entrato in un momento di trauma improvviso. O magari, più semplicemente, ha solo iniziato a vedere il mondo in maniera diversa. Per sottolineare le emozioni e le sensazioni viscerali del momento, una soggettiva potrebbe essere la soluzione più efficiente.

ALLUCINAZIONE, IMMAGINAZIONE, LISERGIA – Il tuo personaggio si è preso un funghetto e sta iniziando ad avere delle visioni. Le cose che vede sono soltanto sue e non appartengono alla realtà, ed è per questo che una soggettiva rimane il miglior punto di partenza.

SOGNI, INCUBI – Che si tratti di un bel sogno o un incubo, che sia ad occhi aperti o durante un bel sonno, questi stati di non-lucidità non sono poi così diversi da un'allucinazione o un trip immaginario. Anche in questo caso, la soggettiva è una maniera funzionale per sottolineare la cosa.

MEMORIA – Talvolta, i flashback non devono solo mostrare determinate cose per come sono accadute veramente, ma anche per come sono state vissute dal personaggio. Insomma, un ricordo è personale, e quasi mai una rappresentazione oggettiva.

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