Da “Barry Lyndon” a “Il nastro bianco”: i film che hanno saputo trattare temi dolorosi ed esistenziali
Chi ha detto che si può studiare filosofia solo stando chini su un libro? Il cinema ha dimostrato innumerevoli volte di saper trattare temi esistenziali in modo estremamente profondo ed esteticamente impeccabile. Vediamo ad esempio quali sarebbero i film preferiti di Giacomo Leopardi o di Schopenhauer ovvero quelli intrisi di quel pessimismo filosofico che trasmette angoscia ma che al tempo stesso riesce anche a fornirci un inspiegabile slancio vitale.
Barry Lyndon
La settima opera di Stanley Kubrick è tratta dal romanzo di Thackeray e racconta la storia di Redmond Barry, un irlandese che in seguito alla morte di suo padre tenta in tutti i modi la scalata sociale che lo porterà ad essere Barry Lyndon. Mentre il mondo e la società evolvono attorno a lui però il protagonista rimane fermo, immobile nelle sue convinzioni. Il fallimento di Redmond si percepisce fin dall’inizio ed è proprio questo che colora di tinte grigie e cupe un film che invece è illuminato in modo sopraffino.
Melancholia
Il film di Lars Von Trier racconta la storia di due sorelle che si trovano a fronteggiare la fine del mondo. Alle storie personali (sullo sfondo c’è il matrimonio di una delle due) si aggiunge un’angosciante riflessione sulla depressione e sugli effetti che la malattia ha avuto anche sul regista stesso. In alcuni momenti il film è “eccessivo”, ma ci sono momenti indimenticabili a livello visivo come le scene dell’inizio accompagnate dalle musiche di Wagner.
Il settimo sigillo
Ingrid Bergman è probabilmente il regista che meglio di tutti ha saputo raccontare il pessimismo al cinema. In questo film del 1957, ambientato negli anni bui del Medioevo, uno dei temi principali è quello della morte che non abbandona mai l’essere umano e che seguirà il giovane cavaliere di ritorno dalle crociate e con cui finirà per sfidarsi a scacchi.
[Leggi anche: Tutti i film preferiti da Ingmar Bergman]
Il nastro bianco
In questo film il cineasta austriaco Michael Haneke dipinge un doloroso e monocromatico ritratto della generazione che diede i natali a Hitler. La vicenda è ambientata in un piccolo villaggio in cui accadono cose strane, in cui comincia ad insinuarsi l’idea del male e della maledizione. Male e morte cominciano a dominare fino a quando la popolazione viene avvisata di essere in guerra. Siamo nel 1914, il resto purtroppo è storia…
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