Produzioni sconosciute, faticose da rintracciare, ma che sono l’esempio di una cinematografia, quella della Corea del Sud, mutevole e attiva
Se l’Asia è la vostra passione, ma la Corea soprattutto, allora non perdetevi questi suggerimenti di film recentemente usciti, che vi consigliamo di annotare tra quelli da recuperare.
Abbracciando i gusti di tutto il pubblico, dal film di genere alla commedia d’amore, la produzione coreana del 2015 ha mostrato di essere ancora viva, sebbene Kim Ki-Duk si sia spostato in Cina per lavorare.
Il primo suggerimento è a metà tra un drammatico e un film di guerra ambientato durante la battaglia di Yeonpyeong, un “incidente” realmente avvenuto sulla linea navale di confine tra Corea del Nord e Corea del Sud. Siamo nel 2002 e durante i Mondiali di Calcio di quell’anno che coinvolgevano nelle battute finali la stessa Corea del Sud, due navi dell’armata Nordcoreana invadono il territorio marittimo Sudcoreano e attaccano una nave pattuglia. Northern Limit Line di Kim Hak-soon racconta di questa tragedia, ma soprattutto si impegna ad onorare le vite delle vittime di quel giorno, partendo da una ricostruzione delle loro storie precedenti e immergendo lo spettatore nella terribile sorpresa dell’attacco. Effetti speciali dignitosi, sebbene il ritmo non sia da film di guerra, ma le storie umane molto ben approfondite.
Film di costume si può definire, poiché ambientato negli anni Venti quando la Corea era sotto il controllo giapponese; ciononostante, la vicenda centrale ci ricorderà piuttosto la sfida Di Caprio-orso Grizzly. Si tratta di The Tiger: An Old Hunter's Tale di Park Hoon-jung, la storia di un cacciatore ritirato chiamato in causa dagli invasori giapponesi per un’importante sfida contro l’ultima ferocissima tigre Coreana. Il cacciatore è Choi Min-sik, il cattivo che Luc Besson ha voluto per Lucy o volto di punta di The Admiral: Roaring Currents, e il suo volto e la sua interpretazione valgono tutto il film; il contributo di Lee Mo-gae come direttore alla fotografia fa il resto e rende questo scontro un’emozionante riflessione sull’onore.
The Tiger è uscito in Corea del Sud il 16 dicembre, in contemporanea all’ultimo Star Wars e ad un’altra produzione locale, The Himalayas. Ma è proprio quest’ultimo titolo ad aver condotto il box office locale. La pellicola si inserisce nella scia di produzioni che hanno interessato ultimamente il tetto del mondo, e racconta della reale spedizione intrapresa dall’alpinista Uhm Hong-Kil per il recupero del cadavere Park Moo-Taek da una cima dell’Himalaya.
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Le ultime due produzioni degne di nota sono in realtà delle uscite della scorsa estate; la prima inaugura in Corea un genere che ha in realtà dei prestigiosi predecessori a livello internazionale. Si tratta del film di esorcismi, ed è infatti immancabile il parallelo con grandi titoli come, appunto, L’esorcista.
The priests, di Jang Jae-hyun, è una storia d’esordio che ha accontentato una larga fetta di pubblico locale. Ma di certo, la miglior nonché più sconosciuta produzione offerta dell’annata coreana 2015, è The Beauty Inside, che è passato da Cannes senza sortire troppo clamore. In realtà la storia è una romantica rivisitazione del concetto di forza dell’amore, o amore predestinato, dove un ragazzo fa di tutto per raggiunger la sua amata, sebbene ogni giorno si trovi “reincarnato” in un corpo diverso. La struttura narrativa è molto interessante, la storia quasi avvincente, vista anche la quantità di attori che si avvicendano per dare un corpo a Woo-jin. Ha qualche pecca essendo un’opera di esordio, ma farà felici i cuori romantici e i sognatori.
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