60 Paesi, tre anni di lavorazione, 2.020 persone intervistate e 63 lingue parlate: ecco “Human”, una maestosa riflessione sull’umanità
Non è nuovo a produzioni di spessore il regista francese Yann Arthus-Bertrand, che nel 2009 si era fatto notare per quel meraviglioso ritratto dall’alto della Terra, arrivato a ben 600 milioni di spettatori: Home. È ritornato a raccontare ciò che gli sta a cuore, aggiungendo all’ambiente e alla sua bellezza sublime, quasi sovrannaturale, un discorso sul genere umano dai toni e dalle intenzioni profondissime. Questo è Human.
Il progetto Human, sostenuto dalla Fondazione Bettencourt Schueller, ha richiesto oltre due anni di lavorazione e uno staff impegnato di circa cinquanta elementi. Film-makers e giornalisti dislocati nei cinque continenti, a contatto con la gente comune e anche quella un po’ meno comune, hanno raccolto oltre duemila storie di persone che hanno risposto tutte alle medesime domande, una quarantina, di notevole profondità: da “Che cosa è l’amore per te?” a “Ti senti libero?”, così come “Quale è stata la sfida più difficile della tua vita?”.
Il risultato è un dialogo puro a vari livelli, di cui Arthus-Bertrand ha però fatto una selezione mirata, o politica come lui la ama definire: quello che emerge dal mastodontico viaggio umano, è la volontà di infondere speranza. La volontà cioè di elaborare il lutto, lo sconforto, il trauma, la divisione e guardare ad una crescita ed un miglioramento attraverso i sogni o le buone azioni o l’amore.
Data l’intenzione filantropica, Human ha esordito al Festival di Venezia la scorsa edizione e parallelamente alle Nazioni Unite; dopodiché, è subito stato spalmato nei festival in ogni dove. Tuttavia, la parte fondamentale della scelta distributiva è che Human è liberamente visibile online (Youtube, Google Play) in associazione ad una esperienza cross-mediale, e continua il suo viaggio video su tutte le piattaforme e nelle occasioni possibili: per far sì che il suo messaggio raggiunga più utenti al mondo. Il prossimo 29 febbraio arriverà anche nelle sale italiane, distribuito da Academy Two, in una versione adattata al grande schermo.
Per chi invece vuole andare a fondo del lunghissimo viaggio intrapreso da Arthus-Bertrand, ai link in fondo potrete visionare la versione estesa, e ai siti Human The Movie e il database su Google, entrare a contatto con quella che il regista e il suo team hanno voluto ingrandire in una esperienza oltre lo schermo.
Non resterete indifferenti alle storie di sconosciuti bambini delle favelas, o prigionieri nel braccio della morte americano; di agricoltori gioiosi del proprio raccolto, o madri e padri commossi ai successi dei propri figli, seppure microscopici. La musica (firmata da Armand Amar) vi immergerà in un ambiente lontano, ma sarà ciò che sentirete più vicino. E naturalmente, vi catturerà José Mujica, che riassume tutta la filosofia spiccia quanto densamente essenziale e vitale di Human: di chi cioè la saggezza l’ha conquistata dall’esperienza di vita e nutre nell’essere umano, ancora, una forte speranza.
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Se il film funzionerà per contagio come tutto lo staff si augura, il ping pong a cui questo progetto distributivo sottoporrà le platee porterà sicuramente la buona novella nei cuori di diversi milioni di spettatori; si può contribuire attivamente diffondendone la voce sui social network tramite gli hashtag #WhatMakesUsHUMAN #HUMAN .
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