Ritratto di Alice Grisa
Autore Alice Grisa :: 3 Settembre 2016

Canadese, regista e sceneggiatore oltre che attore, Ryan Gosling è molto più che un sex symbol. Ricordiamo i suoi lavori migliori, da "Le pagine della nostra vita" a "The Nice Guys" passando attraverso "Drive"

Ryan Gosling

Questa insospettabile little star del Mickey Mouse Club (Ryan Gosling, classe 1980, ha esordito da bambino) è anche regista, sceneggiatore, musicista e attivista nelle cause dei diritti umani. Ma per il pubblico rimane un "dirty" sex symbol che ha fatto sognare i romantici con Le pagine della nostra vita e i più rockettari con Drive. Ryan Gosling di London (in Canada, non in Inghilterra) è cresciuto in una famiglia di mormoni, con madre segretaria e padre operaio. Subì bullismo a scuola, ma già dai primi anni '90 fece scoprire a tutti il proprio "animalismo da palcoscenico". Noi lo ricordiamo come un attore eclettico, sexy ma (wannabe?) impegnato e facile agli innamoramenti da set: si legò a Sandra Bullock per un anno, dopo l'incontro sul set di Formula per un delitto. Rachel McAdams, conosciuta durante la lavorazione de Le pagine della nostra vita, fu quello che tuttora definisce "il suo grande amore"; poi incontrò Eva Mendes, con la quale sta dal 2011 e che gli ha dato due figlie. Nell'immaginario internazionale (femminile ma non solo), Gosling ormai si è impresso così; sudato, sporco e fulmineo come in Drive. Eppure, le sue interpretazioni ci dicono che come attore è di più. Ecco le migliori.

FORMULA PER UN DELITTO (2002): torbo-thriller sulla storia vera di due studenti annoiati che decidono di realizzare il delitto perfetto a spese di una donna. Ma la detective Cassie Mayweather indaga... Ancora acerbo ma promettente, il giovane Ryan Gosling affianca Ben Chapln e Michael Pitt, tutti caratterizzati e (senza arrivare a scomodare Hitchock) anche chiaroscurali nella composizione dell'intreccio del crimen perfectum.

LE PAGINE DELLA NOSTRA VITA (2004): polpettone di Nick Cassavetes tratto dalle lacrimose pagine di Nicholas Sparks ma che, oltre a far scoppiare l'amore tra Gosling e la McAdams, ha il merito di aver lanciato l'attore verso un gradino successivo nella cosiddetta "Hollywood che conta". Una torrida estate in South Carolina contestualizza la nascita di un amore difficile interpretato dalla "ricca" Allie (Rachel McAdams) e dal proletario Noah (Gosling) che incarna tutti i tratti del principe azzurro e dell'eroe lineare, che rimane coerente e unitario fino alla fine.

IL CASO THOMAS CRAWFORD (2007): un altro rompicapo sul delitto perfetto vede Gosling nei panni di ispettore distrettuale coinvolto nel machiavellismo di un marito freddamente omicida. L'ispettore Willy Beachum farà di tutto per dimostrare una colpevolezza indimostrabile, perché Thomas Crawford ha architettato tutto in maniera perfetta. O quasi. L'ingegno della storia, la noia della upper class e l'arrivismo malcelato di Ryan Gosling si compongono perfettamente in un congegno di cui Gosling è proattore e ingranaggio.

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BLUE VALENTINE (2010): la dissoluzione blu (ma anche nera) di un amore romantico, che va in frantumi tra mille instabilità e l'incapacità di portare avanti una relazione. Gosling, dopo essere stato l'eroe buono de Le pagine della nostra vita, inizia a "sporcarsi" di quella patina di eroe non convenzionale (o addirittura antieroe) che gli porterà la sua fortuna. Passivo di fronte ai drammi del destino, ma in grado di voltare le spalle alla cattiva sorte con un colpo di coda, Gosling incarna l'uomo moderno fatto più di privazioni e incertezze che di punti fermi.

CRAZY, STUPID LOVE (2010): qui Ryan Gosling è un maestro di seduzione per l'allievo Steve Carell, focalizzato a stravolgere un padre tranquillo e (appena diventato) single in uno sciupafemmine dagli abiti di alta sartoria e dalla conquista facile. Ma non ha calcolato che anche uno spaccacuori come lui può innamorarsi. Favola corale sulla (sempre e comunque) disperata ricerca dell'amore. Gosling impersona il mito del playboy redento che consegna il proprio cuore a una donna. Versatile ed eclettico anche all'interno della coerenza del film.

DRIVE (2011): Nicholas Winding Refn dà vita a un (semi/anti/unconventional) eroe moderno, di poche, pochissime parole, che affida la propria intepretazione a una recitazione nervosa e leggera fatta di sguardi ed espressioni corporee. Affondato in un lirismo a posteriori, segmentato dal montaggio, dalla musica e dagli effetti speciali, Ryan Gosling diventa astro consacrato.

LE IDI DI MARZO (2011): Ryan Gosling è un genio della comunicazione politica che, lontano da Giulio Cesare e i suoi traditori, nella corsa del Partito Democratico, scopre che il candidato non è quello che lui credeva che fosse. Nel nervoso film di Clooney, Ryan Gosling si trova in un universo corrotto, senza personaggi positivi, ma adatta la propria recitazione (calibrandola) alla matrice teatrale dell'opera.

GANGSTER SQUAD (2013): Gosling tra i gangster americani anni '40 brilla come una stella e va a sommare la propria interpretazione nel firmamento di genere, tra capi malavitosi, idealisti pronti a combatterli, sigarette e sigari, alcol, proibizionismo. Un'interpretazione senza tempo che sembra cucita addosso all'attore canadese.

LA GRANDE SCOMMESSA (2015): Gosling in tempo di crisi; dai gangster-movie allo scenario più prosaico dei mutui subprime e degli squali finanziari. Dopo la breve pausa post-Solo Dio perdona, Gosling torna molto in forma, insieme a Brad Pitt e Christian Bale.

THE NICE GUYS (2016): classica storia dei buddy americani che vede Gosling al fianco di una star consumata come Russell Crowe in un noir che mostra il metodo Crowe (niente tecnica, niente scuola, si migliora di ruolo in ruolo) contrapposto a Gosling che ammira il professionismo della quindicenne che interpretava la figlia del suo personaggio.

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