Ottime le scelte stilistiche del primo episodio di "The Walking Dead", sesta stagione
Breve recensione senza spoiler, promesso, anche se è sempre più difficile non fare riferimenti a situazioni narrative più precise. Per questo iniziamo da come è stato concepito a livello visivo narrativo questo primo episodio della sesta stagione.
La regia è di Greg Nicotero, davvero una garanzia, peraltro allievo del grande Tom Savini, genio degli effetti speciali, e dobbiamo senz’altro apprezzare le numerose soluzioni registiche in questo episodio intitolato Come la prima volta. Innanzi tutto le inquadrature dall’alto. Sembra che siano ormai una vera e propria cifra stilistica della serie. Le scene più interessanti sono quelle che abbracciano ambienti molto estesi: diremmo, insomma, che potrebbe essere una buona idea lanciare la serie sui grossi schermi delle sale cinematografiche per godere appieno la percezione di alcune sequenze davvero straordinarie, e che sul piccolo schermo di sicuro perdono molto. In questo episodio rimangono impresse la scena che vede centinaia di walkers intrappolati in una sorta di cava e quella finale con la strada attraversata dal branco di zombie vista dall’alto. Quindi, uno dei dati importanti della nuova stagione, dal punto di vista produttivo, sembra proprio essere la spettacolarità che deriva da “scene madri” sempre più frequenti.
Altra scelta importante, ma che probabilmente è limitata alla prima puntata, è l’alternanza tra colore e bianco e nero. Le due opzioni si traducono direttamente nella narrazione del presente (colore) e dei flashback ovvero il passato (bianco e nero). Forse niente di eccezionale, visto che ormai è quasi un cliché narrativo, però si può affermare che questo primo episodio della nuova stagione appare molto più fluido e leggero (leggi sequenze brevi) rispetto alle precedenti stagioni. Vero anche che la durata di questo episodio è di 64 minuti, ben 22 minuti in più rispetto alla durata media, quindi si trattava di non appesantire la fruizione con scene più statiche e "tranquille". Non vogliamo fare previsioni, ma l’intrecciarsi delle varie scene sembra in ogni caso molto più sganciato dal rigore narrativo che caratterizzava la serie nelle prime stagioni.
Parlando dei personaggi, dobbiamo invece notare una certa superficialità di approfondimento. Infatti, alcuni sembrano del tutto nell’ombra (vedi Daryl), ma la vera ragione è che questo primo episodio è costruito tutto sull’impatto visivo. Anche le scene, poche, di dialogo, sono brevi e impressive al massimo, come quella in cui Rick mima un po’ la famosa scena di Taxi Driver con De Niro che riflesso sullo specchio blatera “Dici proprio a me?”. Qui invece Rick perentorio, chiude una fulminante scena d’azione con “Ma lo sai con chi stai parlando?”, che suona anche un po’ ambiguo, nel senso che non si sa bene dove vuole andare a parare. In effetti, sembra proprio che in questo primo episodio ci si sia preoccupati di elaborare tutta l’ambiguità del principale protagonista, ambiguità già preannunciata ampiamente nelle anticipazioni della nuova stagione.
[Leggi anche: Come cambierà Rick Grames nella sesta stagione di The Walking Dead?]
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