Presente al Toronto Film Festival per i 25 anni di "Roger & Me", il celebre documentarista Michael Moore ne ha approfittato per dare consigli ai suoi colleghi: "Fate dei documentari divertenti, che poi quando la gente torna a casa vuole fare sesso"
Tra gli ospiti del Toronto Film Festival, anche il documentarista più famoso per il grande pubblico, Michael Moore, presente all'evento canadese per l'anniversario di Roger & Me, opera che l'ha lanciato nel circuito cinematografico ormai 25 anni fa. Qui, ne ha approfittato per rivolgersi ai suoi colleghi documentaristi, i quali accusa di aver perso il senso del divertimento: “La gente non vuole delle medicine, vuole il popcorn – spiega – Intrattenimento è la grande parola sporca nel mondo del documentario. 'Oh no, ho intrattenuto qualcuno, ho banalizzato il mio film!'. Ma se vuoi fare un discorso, unisciti ad un partito politico. Se vuoi fare un sermone, diventa un prete. Vuoi dare una lezione? Fai il docente. Fai un film! Se fai un film, le persone potrebbero andare a vedere il tuo documentario. Ma dopo il film la gente vuole tornare a casa e fare sesso, non farli sentire 'urgggghhh'. Non farlo a persone sessualmente attive. Se non accetti il fatto che sei un intrattenitore con le tue verità, esci fuori dal business”.
Insomma, l'accusa dell'autore si rivolge a quei cineasti che finiscono per annoiare gli spettatori con i loro documentari piatti che sanno di banale reportage televisivo. Anche il documentario, insomma, dovrebbe essere divertente, commerciale, e prodotto di puro intrattenimento per le masse, senza per questo ignorare le proprie vocazioni e le proprie tematiche serie e drammatiche. Una cosa, questa, che Michael Moore è sempre riuscito a fare brillantemente nel corso della sua carriera, e basti pensare a Bowling a Columbine, sul porto d'armi negli States, o al celebratissimo Fahrenheit 9/11, attacco diretto all'amministrazione politica di George Bush. Il bello di questi documentari è che anche l'audience più invogliato riguardo gli argomenti trattati può rimanere coinvolto e divertito, grazie alla freschezza e al ritmo che il regista infonde. Il risultato comprende un record ai botteghini internazionali, un Oscar, e una Palma d'oro consegnata da Tarantino. Mica male per un genere solitamente ignorato dalle grandi masse di spettatori, e per quanto le opinioni di Moore possano non mettere d'accordo tutti, di certo il cineasta ha già dimostrato al mondo che sa il fatto suo.
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