Del film cult di fantascienza diretto da Steven Spielberg nel 1977 si è detto tutto, o quasi. Scopriamo di più sul perché del titolo, su aneddoti di casting e location, sui trucchetti adottati dal regista per ottenere il massimo anche dai bambini
Incontri ravvicinati del terzo tipo è il film diretto e sceneggiato da Steven Spielberg nel 1977, che ipotizza gli eventi di un primo contatto fra gli esseri umani e entità aliene. La pellicola ottenne numerosi riconoscimenti, tra cui due premi Oscar (fotografia e effetti speciali sonori) e si è collocata al 64esimo posto fra i cento migliori film USA di sempre, secondo la classifica stilata dall’American Film Institute. Proviamo ora a curiosare fra alcune cose che probabilmente non sono note a tutti:
1. Inizialmente doveva essere un film completamente diverso: la sceneggiatura di Spielberg, infatti, subì numerose riscritture, partendo da una idea iniziale che si ispirava anche allo scandalo presidenziale Watergate. Poi è andata diversamente e il film è stato un’innovazione nel suo lieto fine: gli alieni non vengono per conquistare o distruggere, ma per vivere in pace.
2. Il titolo deriva da reali progetti di ricerca scientifica: Close Encounters of the Third Kind è la denominazione che l’astrofisico e ricercatore ufologico Josef Allen Hynek diede ad alcune classificazioni di avvistamenti: di "primo tipo" sono gli avvistamenti UFO, di "secondo tipo" sono le prove dell’esistenza di vita aliena, di "terzo tipo" sono i contatti con le entità extraterrestri.
3. Cameo di “terzo tipo”: lo stesso Hynek, che fece anche da consulente tecnico per la realizzazione del film, appare in un cameo nella scena finale. Avete notato quell’uomo col pizzetto che fuma la pipa mentre si fa spazio nella folla per poter guardare meglio l’arrivo degli alieni?
4. Nessuno voleva il ruolo di protagonista: per il ruolo di Roy Neary, Spielberg si è visto declinare l’offerta da parte di attori del calibro di Steve McQueen, Dustin Hoffman, Al Pacino, Jack Nicholson, Gene Hackman. Alla fine lo ha salvato il suo amico Richard Dreyfuss.
5. La parte dell’ufologo era la più complicata: il ruolo di Claude Lacombe, ispirata all’ufologo Jacques Vallèe, fu accettata da uno scettico e spesso nervoso (per il ruolo) dal grande regista della Nouvelle Vague, François Truffaut.
6. La moglie di Roy: Meryl Streep fece un provino per la parte, ma fu bruciata sul filo di lana da Teri Garr. Spielberg fu conquistato dalla sua capacità di suscitare emozioni in chi la guardava.
7. La location: Spielberg fece non pochi problemi per avere una location d’eccezione, in particolare per la scena dell’astronave madre. Alla fine ottenne di poter girare in un hangar in disuso dell’aviazione militare, risalente al secondo conflitto mondiale, in Alabama.
[Leggi anche: "Interstellar" di Christopher Nolan: Come sarebbe dovuto essere secondo Steven Spielberg]
8. Profitti immobiliari: la produzione acquistò per 35mila dollari l’immobile che fu la casa del protagonista Neary, in modo da poterne disporre a proprio piacimento. A riprese finite, la rivendette per 50mila dollari, realizzando una discreta plusvalenza.
9. Le cinque note aliene: il compositore John Williams lavorò con Spielberg per comporre le 5 note che costituivano il saluto alieno, il contatto con gli umani. Ci lavorò per ben un anno prima dell’inizio delle riprese, realizzando 100 diverse versioni fra cui il regista poté scegliere la sua preferita.
10. Trucchetti per bambini: nel film compare un bambino, Barry Guiler, interpretato da Cary Guffey, di soli 3 anni. Per ottenere da lui le migliori espressioni di sorpresa, stupore, e curiosità (nel vedere gli alieni), Spielberg fece travestire da gorilla e da clown alcuni uomini della troupe che prima spaventarono il bambino, incredulo di incontrarli, e poi lo fecero sorridere togliendosi le maschere e lasciandosi riconoscere.
Categorie generali:
Altri articoli che possono interessarti
Per condividere o scaricare questo video: TV Animalista
Facebook Comments Box