Vi siete mai domandati come Paul Verhoeven prenda in giro, in maniera molto sottile, l'intero panorama hollywoodiano, all'interno delle sue pellicole ? Scopritelo in questo video che analizza tutto nel dettaglio
Paul Verhoeven può essere considerato, nel panorama cinematografico hollywoodiano, uno dei registi più importanti ma, al tempo stesso, meno compresi. Tutti coloro che hanno potuto esaminare le sue pellicole, prime su tutti la quasi trilogia di Robocop, Total Recall e Starship Trooper, riconsocono una sorta di universo condiviso.
Si tratta di uno spazio cinematografico davvero unico, in cui i classici film d'azione, con budget enorme ed attori di grosso calibro come Arnold Schwarzenegger, incontrano la cultura della pellicola indipendente. Lavorando attraverso Hollywood e non contro di questa, il regista sovverte la cultura di massa, in maniera brillante, dall'interno.
Secondo LJ Frezza, dunque, i blockbuster di Verhoeven non sono dei film senza cervello bensì delle sottili critiche ai mass media e alla cultura pop. Ma cosa le rende, dunque, così efficaci? Sicuramente il fatto che le intenzioni del regista non sono mai così chiare seppur, in maniera paradossale, faccia credere il contrario al suo pubblico.
Il futuro distopico di cui parla Paul è crudele e freddo, costituito da media, notizie e pubblicità che normalizzano il sessismo, il militarismo, la distruzione ed il potere delle corporazioni. Il suo trucco è quello di inserire le robe più strambe all'interno di posti dove nessuno si aspetta possano esistere, a tal punto da passare inosservati. Secondo Frezza, dunque, i media di questo distopismo rivelano come la società funzioni davvero. Ecco un esempio lampante di tutto quello che è stato messo in discussione:
Come si evince da questo video, dunque, Verhoeven non tratta le ambiguità, ma se ne distacca. Il fattore chiave delle sue manovre retoriche, all'interno delle pellicole, ruota attorno alla mancanza di aspettative da parte del pubblico. Quest'ultimo, infatti, non si aspetta la benché minima ideologia all'interno delle pellicole di azione e quindi gioca su questo punto fondamentale.
Le bizzarre critiche di Verhoeven sono il risultato della sua sensibilità estetica, dell'ironia e della prospettiva unica che lui ha della cultura americana. Tutto questo assume grande senso e funge da monito a tutti i registi che cercano, in maniera fallimentare, di inserire un messaggio di qualsiasi tipo all'interno dei propri film, e che poi va inesorabilmente perso. Una lezione artistica per qualsiasi regista, sia chi si occupa di blockbuster, sia chi si occupa di produzioni indipendenti.
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