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Autore Andrea Chimento :: 22 Agosto 2014

Il regista filippino Lav Diaz ha appena vinto il Pardo d’oro al Festival di Locarno con il suo ultimo lavoro, "From What Is Before"

Lav Diaz

Lav Diaz, chi è costui? Il regista filippino ha da poco conquistato il Pardo d’oro, il premio più ambito del Festival di Locarno 2014, con la sua ultima fatica From What Is Before, ma in Italia sono ancora in pochi a conoscerlo quanto meriterebbe.
Nato nel 1958, il filmmaker indipendente ha frequentato il Mowelfund Film Institute di Quezon City, dove ha incominciato a muovere i primi passi con la macchina da presa.
Il suo esordio è datato 1998, Serafin Geronimo: The Criminal of Barrio Concepcion, in cui inizia a trattare alcune delle tematiche (fortemente politiche) che contraddistingueranno la sua poetica. A questo seguiranno Burger Boys, Naked Under the Moon e, soprattutto, Batang West Side (2001), considerato il suo primo film importante, in cui s’indaga l’assassinio di un giovane immigrato filippino negli Stati Uniti.
Dopo il brutale Hesus the Revolutionary (2002), ambientato nel 2011 in una società caotica e vicina all’immaginario orwelliano, realizza Evolution of a Filipino Family (2004), dove la riflessione politica si sposa con toni lirici e poetici mettendo in primo piano il rapporto tra uomo e natura.
Questa relazione verrà ulteriormente approfondita in Heremias, libro uno (2006) e in Death in the Land of Encantos (2007), premiato alla Mostra di Venezia di quell’anno: protagonista è un poeta che,  tornato in patria dopo un lungo esilio, ritrova il suo villaggio distrutto a causa del passaggio del tifone Durian.
Un anno dopo, sempre in laguna, Diaz vince il premio Orizzonti con una delle sue opere più importanti, Melancholia, in cui segue la triste esistenza di tre personaggi emblematici della condizione esistenziale del popolo filippino.
Con Century of Birthing (2011) sviluppa una riflessione sull’arte, mentre con il più recente Norte, the End of History (2013) vola altissimo parlando di colpa e possibilità di redenzione.
Lunghissimi (Evolution of a Filipino Family dura 540 minuti) ma quasi mai prolissi o ridondanti, i film di Lav Diaz sono delle vere e proprie esperienze cinematografiche, monumentali nella forma e profondissime nei contenuti.
Non fa eccezione, tutt’altro, l’ultimo From What Is Before: ambientato tra il 1970 e il 1972, è un film che racconta di una serie di presagi nefasti che colpiscono un piccolo villaggio filippino alla vigilia dell’annuncio dell’introduzione della legge marziale nel paese (la dittatura di Ferdinand E. Marcos è un altro tema ricorrente nell’opera del regista). Un film che difficilmente vedremo nelle nostre sale, ma che rappresenta una delle visioni più intense e memorabili degli ultimi anni: in assoluto la summa poetica dell’opera di un grande regista.

 

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