Clint Eastwood è tornato sulla sua diatriba col regista politicamente più impegnato d'America, Michael Moore, in occasione del CinemaCon di Las Vegas: tutta colpa di un'intervista a Charlton Heston per "Bowling for Columbine"
Un Clint Eastwood “a tutto campo” quello che ieri sera si è reso protagonista di una sorta di sessione di “question time” sulla sua vita e sulla sua carriera in occasione del CinemaCon di Las Vegas. Molti gli argomenti trattati dall’ex pistolero preferito da Sergio Leone, alcuni dei quali anche abbastanza “urticanti”. “In molti pensano che io abbia minacciato di morte Michael Moore - ha detto Eastwood tornando su fatti controversi di alcuni anni fa -, ma non è assolutamente vero”. Senza lasciare il tempo al pubblico di tirare un sospiro di sollievo, ha aggiunto: “Non sarebbe affatto una cattiva idea, ma, ripeto, non l’ho fatto”. All’ironia del regista, il pubblico ha reagito con una nervosa risata collettiva.
La contesa tra Clint Eastwood e Michael Moore, risale al 2005, quando il primo, in occasione del National Board of Review Awards (evento per la premiazione al miglior film Usa distribuito entro i confini nazionali) avrebbe minacciato di morte l’altro, dicendogli che gli avrebbe sparato se solo si fosse avvicinato a casa sua con una videocamera. Questa, almeno, era la versione di Moore. Il motivo? Per il suo documentario del 2002 Bowling a Columbine, Moore realizzò un’intervista a Charlton Heston, ormai quasi ottantenne, malato e affetto da Alzheimer, per avere un suo parere sulla proliferazione delle armi negli Stati Uniti. Il documentario, forse la migliore produzione del regista più politicamente impegnato di Hollywood, trattava l’argomento in seguito alla tragedia di Columbine, quando due studenti uccisero 12 loro coetanei e un insegnante. Heston, scomparso nel 2008, era il presidente della National Rifle Association, organizzazione Usa per i detentori di armi da fuoco.
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L’intervista di Moore restituiva un’immagine inedita di Heston, quella di un uomo, come tutti, con delle contraddizioni. Heston lega la sua memoria a quella dei più famosi kolossal americani (Ben Hur, Il pianeta delle scimmie, I dieci comandamenti) come attore fuori dagli schemi e uomo rigoroso e schietto. Negli anni '50 e '60 si schierò con convinzione a favore del riconoscimento dei diritti civili, poi virò verso le posizioni più repubblicane. Strenuo difensore del secondo emendamento, l’attore rivendicava il diritto a possedere e utilizzare un’arma come mezzo di legittima difesa. Eastwood ritenne l’intervista di Moore troppo strumentale, e la cosa non gli andò proprio giù.
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