Attivisti e associazioni stanno chiedendo al governo francese di essere "più severo" nell'imporre i divieti per i minori
Per anni il cinema francese ha regalato al mondo film estremamente sensuali, dimostrando di avere molti meno problemi a raccontare la sessualità rispetto alle cinematografie di altri paesi. Si parte da E dio creò la donna del 1956 passando per Belle de jour, Betty Blue fino ad arrivare a La vita di Adele del 2013. Come in molti paesi però stanno cominciando ad alzarsi delle voci di protesta, gruppi e associazioni di conservatori che chiedono a gran voce al governo francese di rivedere le restrizioni in base alle età degli spettatori per tutti quei film con scene esplicite di sesso e violenza. Si tratta di un’usanza assai diffusa negli Stati Uniti, dove moltissimi film sono giudicati “R rated” da una commissione che in Francia si identifica nel National Board System (CNC).
Tra i promotori della campagna ci sono gli attivisti di Promouvoir, associazione vicina agli ambienti di estrema destra che fa capo ad Andre Bonnet. La commissione è composta da rappresentanti di genitori, psicologi e professionisti di vari ambiti e ovviamente lavora con l’obiettivo di salvaguardare la sensibilità degli spettatori più piccoli. Al momento in Francia esistono quattro categorie per classificare le pellicole in base alle scene di sesso e violenza e si va da “adatto a tutti” ai divieti ai minori di 12, 16 e 18 anni. Nell’ultimo periodo la Promouvoir ha vinto diverse battaglie, alzando il divieto dai sedici anni alla maggiore età per film come Nymphomanic: Volume 2 di Lars Von Trier. Purtroppo però anche un film come La vita di Adele di Abdellatif Kechiche, uno dei lavori sulla sessualità adolescenziale ed omosessuale più belli di sempre, è ancora al centro delle polemiche con i gruppi di protesta che vogliono innalzare il divieto al momento imposto ai minori di dodici anni.
[Leggi anche: Giovinezza e sessualità al cinema: Alcuni film chiave]
Nessuno mette in dubbio che si tratti di pellicole forti per un pubblico giovane, quello che servirebbe però ai ragazzi e alle ragazze di oggi – più che i divieti – è probabilmente un’educazione all’affettività e alla sessualità, un dialogo aperto con gli adulti.
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