L'attrice e regista - ospite per un premio alla carriera all'Athena Film Festival - ha ricordato come fu faticoso per lei affrontare l'assenza delle donne nelle troupe che incontrava da giovane: la scoperta della Wertmüller fu la svolta per la regia
Jodie Foster era ospite all'Athena Film Festival, edizione del 2015, giovedì scorso, per celebrare la leadership della donna e ricordare il suo ruolo pionieristico nell'industria dell'intrattenimento e sul grande schermo. Durante la breve cerimonia prima dell'apertura del festival in serata, occasione dell'anteprima del documentario Dreamcatcher, l'attrice, onorata con un premio alla carriera, ha spiegato quanto è stato importante per lei osservare delle donne lavorare nell'industria cinematografica.
"Mentre mi facevo strada, da giovane, nel mondo del cinema, non ho mai visto la faccia di una donna. Qualche volta poteva essere una signora che interpretava mia madre. Occasionalmente, invece, poteva essere una make-up artist, ma nella maggior parte dei casi eravamo io e la supervisor della sceneggiatura. Passo dopo passo, con il passare del tempo, qualche faccia femminile in più cominciò a comparire nelle troupe e ogni cosa cambiò... Tra uomini che erano miei padri e fratelli, anche le donne entrarono nel loro mondo e improvvisamente la famiglia diventava una famiglia più realistica", così ha parlato l'attrice e regista premio Oscar.
In seguito la Foster ha ricordato executive come Sherry Lansing e Laura Ziskin, quest'ultima anche produttrice, che trascorse cinque anni come presidente di Fox 2000 e che era nominata per il premio alla carriera del festival stesso: "Davvero delle grandi donne che dovrebbero tenere le redini del cambiamento di cui l'industria ha bisogno".
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Ma l'attrice ha anche ricordato che non ha mai pensato di essere in grado di fare il salto dietro la macchina da presa fino a quando non fu consapevole dell'effettiva esistenza di registe donne: "Ero una giovane ragazza che voleva diventare una regista e non avevo mai visto il volto di una regista. Pensavo che fosse qualcosa che non sarebbe mai successo", ma, dopo che la madre la portò a un film festival dedicato al lavoro di Lina Wertmüller, "realizzai che potevo essere una regista se lo volevo perché ce n'era una là fuori; e questo fu un momento chiave della mia vita".
L'attrice ha anche parlato di come il problema dello squilibrio tra numero di registi maschi e donne non sia ancora esaurito, non riuscendo bene a capirne il motivo: "Non penso che ci sia un genere particolare per le donne; tante ragazze dirigono con una certa regolarità in televisione e nei film indipendenti". Ha poi aggiunto che con i film ad alto budget si ha ancora la percezione che una regista sia un rischio. Il cammino verso le pari opportunità è ancora lungo.
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