Besson nega, ma una sentenza del tribunale conferma che il suo "Lockout" è direttamente ispirato a "1997: Fuga da New York" e lo obbliga a un risarcimento di mezzo milione di euro
Come non ricordare 1997: Fuga da New York, il capolavoro del 1981 diretto da John Carpenter che ha dato vita a Jena Plissken, uno dei personaggi più memorabili del suo cinema? Chiunque apprezzi il regista avrà sicuramente visto o sentito parlare del film, mentre forse non tutti conoscono il più recente Lockout, pellicola del 2012 scritta e prodotta da Luc Besson che nonostante la fama del suo ideatore sembra essere finita nel dimenticatoio. Come mai? Forse perché l'accattivante sceneggiatura sci-fi "sapeva di già visto", e oggi ne abbiamo la conferma.
Oltre ai fan, il primo a notarlo è stato proprio Carpenter, che ritenendo il film di Besson pericolosamente somigliante al suo, ha deciso di trascinarlo in tribunale con l'accusa di plagio e la richiesta di un risarcimento di ben 2 milioni di dollari. Il regista di Léon ha subito negato di aver attinto all'immaginario carpenteriano per la sceneggiatura di Lockout, e addirittura i suoi avvocati oltre a respingere le accuse hanno cercato di rigirarle al povero Carpenter, affermando che lo stesso avesse preso spunto da Rio Bravo e Mad Max. Chiaramente la corte non è stata d'accordo, e ha stabilito definitivamente che il film del 2012 ha "massicciamente preso in prestito elementi chiave" da 1997: Fuga da New York, condannando il regista francese inizialmente al pagamento di 85.000 euro, saliti a ben 450.000 dopo il ricorso in appello. Eppure nonostante la disfatta Besson continua a difendersi, dichiarandosi "molto sorpreso dalla sentenza", pur accettando suo malgrado la decisione dei giudici.
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Ma passiamo al film incriminato, costato a questo punto molto più dei 20 milioni di dollari iniziali, per capire se effettivamente la sceneggiatura si sia spinta più in là di quanto non voglia far credere.
Lockout, ambientato nel 2079, segue le vicende di un ex agente della CIA condannato per un crimine mai commesso a cui viene offerta la libertà in cambio del salvataggio della figlia del Presidente USA, tenuta in ostaggio presso la MS One, una prigione in cui sono detenuti i 500 criminali più pericolosi dalla Terra.
Già basterebbe la sola trama a insospettire, in quanto nel film originale di Carpenter la situazione era più o meno la stessa, con Manhattan usata come una prigione in cui vivevano confinati i criminali, e un eroe, Jena, ingaggiato per salvare il presidente USA, schiantatosi con il suo aereo proprio nella zona.
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Sono però i dettagli ad aver contrariato maggiormente i giudici, che nella sentenza si sono soffermati su quanto segue: "I due eroi raggiungono il carcere volando, si devono confrontare con i detenuti guidati in entrambi i casi da un capo con un particolare braccio destro, trovano valigette importanti e incontrano un ex collega che alla fine muore".
Insomma, pare che Besson - ora a lavoro sullo sci-fi Valerian - come molti di noi abbia apprezzato sinceramente 1997: Fuga da New York, tanto da aver scritto una sceneggiatura praticamente identica, che se non fosse stata spacciata per originale a quest'ora sarebbe ricordata come un graditissimo omaggio ad un grande regista, anziché una causa persa.
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