Il primo capitolo di "The Equalizer" risale solo al 2014 ma Sony preme sull'acceleratore per iniziare i lavori del sequel: l'idea è farne un media franchise. Il protagonista sarà sempre Denzel Washington
The Equalizer avrà un sequel. Ad annunciarlo ufficialmente è stata la produzione di Sony Pictures, in occasione del CinemaCon di Las Vegas. Il protagonista sarà sempre Denzel Washington, nei panni dell’ufficiale dei servizi segreti in pensione Robert McCall. Accanto a lui, è previsto il ritorno della bella Chloe Moretz; ancora in dubbio, invece, il nome del regista. Nel 2014, dietro la macchina da presa dell’action thriller The Equalizer – Il Vendicatore c’era lo statunitense Antoine Fuqua. Sony avrebbe deciso di premere sull’acceleratore perché spinta dal grande successo del primo capitolo sia al botteghino sia nel mercato dell’home entertainment: alcuni rumours fanno pensare addirittura alla creazione di un vero e proprio media franchise.
The Equalizer è stato tratto dall'omonima serie tv anni 80, ed è stato scritto da un professionista del genere come Richard Wenk, la cui penna ha precedentemente contribuito a creare film come I mercenari 2 e Professione Assassino. Nella pellicola Washington veste i panni di un ex agente della CIA che finge la sua morte per ritirarsi a vita privata, salvo poi tornare in azione per salvare una giovane prostituta russa (Chloë Grace Moretz) da una brutta fine. Partendo da un budget di 55 milioni di dollari, il film ne ha incassati 200 nel mondo, esaltando ancora una volta il carisma da action hero del suo protagonista.
[Leggi anche: Recensione di The Equalizer – Il vendicatore | Thriller raffazzonato con un granitico Denzel]
Antoine Fuqua, insomma, aveva confezionato un action movie duro e puro, confortato dalla presenza di un’attrice come Chloë Grace Moretz, una tra le giovani attrici più richieste nel genere, e da una star come Denzel Washington che si muove perfettamente a suo agio tra botte e spacconerie. Al di là, però, dei successi d’incasso, la critica su The Equalizer non è stata molto generosa; il film è parso a molti un copia conforme del genere, senza che avesse nulla da raccontare in modo nuovo, già a partire dal titolo. Fuqua aveva fatto molto di meglio con Training Day e King Arthur.
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