15.000 firme per una petizione affinché la casa di produzione ingaggi un nome asiatico per sostituire Scarlett Johansson, scelta nella parte della protagonista. La Dreamworks sarebbe colpevole di "whitewashing", non rispettando l'etnia dell'originale
Il mondo asiatico si è mobilitato con una petizione volta ad allontanare Scarlett Johansson dal cast del remake americano dell'anime giapponese Ghost in the Shell che sarà sviluppato dalla DreamWorks. Il cult dovrebbe mantenere almeno l'etnia dell'originale, questo lamentano i promotori della campagna di firme, contrari all'ennesimo caso di "whitewashing" nelle trasposizioni occidentali di opere originali asiatiche, che consiste appunto in una sorta di pulizia etnica del cast in favore del bianco caucasico a discapito della razza orientale.
Grazie alla raccolta di adesioni sul sito thepetitionsite.com, le voci si sono già fatte più di 15.000: "La location originale è in Giappone e la maggior parte del cast è giapponese; quindi perché il remake americano dovrebbe avere nel cast un'attrice bianca? L'industria cinematografica è già mal diposta nei confronti degli attori asiatici, senza ruoli in film ad alto budget perché si fa di tutto per escluderli. DreamWorks potrebbe usarli per contribuire ad aumentare le loro opportunità di lavorare nel mercato americano, dove hanno poche chance per farsi notare. Per favore, firmate la petizione per chiedere di riconsiderare la scelta di Scarlett Johansson in Ghost in the Shell e scegliere attori che siano più fedeli al cast del film originale!".
[Leggi anche: Scarlett Johansson protagonista del live action di Ghost in a Shell]
Julie Rodriguez, che ha organizzato la petizione in prima persona, ha anche fatto riferimento a un dato che riguarda il 2013, cioè il fatto che i ruoli di personaggi asiatici "parlanti" in blockbuster hollywoodiani non superi il 4,4% dei ruoli totali.
La Johansson dovrebbe interpretare un personaggio basato su quello della cyborg detective Motoko Kusanagi, figura chiave nell'originale del 1995 e nei manga dai quali il film fu tratto. L'attrice, sempre più lanciata anche nel contesto sci-fi e fantasy grazie a The Avengers, Under the Skin e Lucy, pare riceverà un compenso di 10 milioni di dollari per la parte. Non è ancora chiaro quanto la DreamWorks vorrà allontanarsi dallo script dell'originale, nonostante la scelta di Scarlett indichi un trasferimento dell'azione in Nord America.
La mania di dare ruoli asiatici ad attori americani risale alla notte dei tempi di Hollywood, con situazioni poo credibili nelle quali John Wayne interpretava Gengis Khan - Il conquistatore del 1956 - o Mickey Rooney faceva l'involontaria caricatura comica di un giapponese in Colazione da Tiffany del 1961. Un caso recentissimo è quello di Exodus - Dei e re di Ridley Scott, appena uscito in Italia e accusato pesantemente di whitewashing vista la decisione di affidare i ruoli principali di personaggi che orbitarono nelle zone di Medio Oriente e Africa a Christian Bale e Joel Edgerton.
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