L'australiano Julian Assange e Wikileaks assestano un colpo tremendo a Sony dopo il caso dell'attacco hacker coreano per il film "The Interview": rivelati documenti riservati che dimostrano "influenza politica sugli Usa" dell'azienda giapponese
Proprio quando Sony Pictures era in procinto di tirare un sospiro di sollievo, una volta superato e risolto il devastante attacco di pirati informatici che gli Studios avevano subito durante lo scorso inverno, ecco che per la multinazionale giapponese dell’elettronica, della comunicazione e dei servizi finanziari arriva una nuova tremenda mazzata: l’hacker più famoso al mondo, l’australiano Julian Assange, e il sito Wikileaks ne hanno pubblicato migliaia di documenti interni e di messaggi di corrispondenza, rivelando tutti i retroscena delle relazioni pubbliche di Sony.
Per la precisione, si tratterebbe di 30.287 documenti e di 173.132 email che sono resi disponibili in un sistema simile a un vero e proprio motore di ricerca specifico allo scopo: sarà dunque possibile per tutti accedere a questi file, semplicemente facendo una ricerca per parole chiave. A renderlo noto in un comunicato è stata proprio l’organizzazione di Assange. Secondo l’hacker, i documenti mostrano il funzionamento interno di una multinazionale e devono essere di pubblico dominio. Sony starebbe valutando con i propri legali che tipo di posizione prendere; gli effetti, però, potrebbero essere limitati, visto che Assange è già imputato di numerosi capi d’accusa ed ha ottenuto da 3 anni asilo presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra, tutto per aver portato alla luce documenti segreti, email e video dei più potenti esponenti politici della comunità internazionale.
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“Sony è un’azienda influente - recita la nota di Wikileaks - con collegamenti alla Casa Bianca e con la capacità di avere un impatto sulle leggi e politiche, e con collegamenti con il complesso militare-industriale”. In effetti, nei documenti Sony, sembra che vi siano messaggi con un centinaio di indirizzi governativi Usa. Il cyber-attacco subito in inverno, poi, sarebbe collegato alla politica internazionale, visto che fu portato dalla Corea del Nord poco prima che nelle sale cinematografiche iniziasse la proiezione del film satirico The Interview, incentrato sul leader di Pyongyang, Kim Jong-un.
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