Recensione di Italy in a Day di Gabriele Salvatores: Il mosaico affollato di "un giorno da italiani" punta all'unione centripeta dei punti di vista, a tratti intenerisce ma manca di uno sguardo originale. Fuori Concorso a Venezia 71
Dopo il bel Educazione Siberiana e prima di approdare nelle sale con l’ultimo, ambizioso lavoro (Il ragazzo invisibile), Gabriele Salvatores porta Fuori Concorso al 71esimo Festival di Venezia Italy in a Day, progetto ispirato al maxi documentario Life in a Day (2011) di Kevin Macdonald. Seguendone l'impostazione circoscrivendola alla sua nazione invece che all’intero mondo, il regista ha invitato gli italiani a filmare momenti, flash, attimi, situazioni e accadimenti della loro vita all’interno delle 24 ore del 26 Ottobre 2013. Sono arrivati più di 40.000 video, poi ristretti a 75 minuti di pellicola per raccontare una giornata condivisa attraverso una sorta di frammentata catena di montaggio che va a comporre un mosaico collettivo affollatissimo, che punta all’unione centripeta dei punti di vista ma risulta poco unitario e altalenante.
Comincia immerso in un'atmosfera suggestiva, Italy in a Day, con un’elegia spirituale alla notte e al silenzio; poi sorge l’alba, gli occhi si aprono in contemporanea, c’è il risveglio di un’astronauta e quello di un navigante disperso nell’Oceano Atlantico: ogni azione di routine – dall’alzarsi dal letto al pranzare – è declinata in svariati modi e luoghi diversi, l'excursion frenetica passa da una pizzeria a una stalla a un inceneritore, e così via. Italy in a Day è scandito da fasi cronologiche e da abitudini in cui chiunque si può riconoscere, ma anche dalle associazioni visive-contenutistiche più basilari (la strada, l’acqua, gli animali, il cibo). E, ovviamente, dalla gente che si presenta e si racconta, perlopiù in confessioni a cuore aperto che come trait d’union hanno, spesso, il lamento generazionale, la denuncia, il grido d’allarme della disoccupazione e della crisi.
A tratti emerge, prepotente, l’individualità: il pensionato che non sa cosa fare del suo tempo e della sua esistenza, il testimone di giustizia sacrificatosi alla solitudine. E non mancano segmenti che vanno oltre il quotidiano, con la parentesi su Papa Francesco e sui rifiuti tossici, perché "l’Italia è anche questo" (ma ovviamente nessun accenno specifico alla politica se non in generale). Se a questo punto la sensazione è di un marasma involontariamente un po’ caotico, è quella giusta: Italy in a Day è funzionale al suo intento rappresentativo, spesso autocelebrativo – complice la sottolineatura incessante della colonna sonora –, però manca di uno sguardo forte e originale, si sfilaccia più volte nella retorica e nell’assemblaggio da spot, pur in un montaggio, lo si può facilmente immaginare, elaboratissimo.
Qualche squarcio di interesse o tenerezza affiora qua e là, dal matrimonio con clausola-gatti alla coppia omosessuale con bambina, come anche è toccante il dramma di una madre malata di Alzheimer o di un’alluvionata. Ma si tratta, appunto, di frammenti, istantanee che si perdono in un’operazione "di tutto un po'" che ci sfiora solo a tratti, e che, più che risultare un compatto quadro d’insieme dell’Italia di oggi, è attestato della sua imprendibile pluralità.
Voto della redazione:
Altri articoli che possono interessarti
Per condividere o scaricare questo video: TV Animalista
Facebook Comments Box