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Autore Camilla Maccaferri :: 25 Febbraio 2015
Locandina di Motel

Recensione di Motel con John Cusack e Robert De Niro. Nel motel in fondo alla palude un inespressivo John Cusack si fa giustizia tra uno sbadiglio e l'altro

La carriera di John Cusack è stata negli ultimi anni a dir poco altalenante: eccezion fatta per la bella particina in Maps to the Stars ci si ricorda di lui, imbolsito e apatico, in sonore porcherie come The Raven, dove offre un ritratto sacrilego del compianto Edgar Allan Poe.

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D’altro canto, anche Robert De Niro ultimamente non si è dimostrato molto in forma, tra apparizioni senili e operazioni di indubbio gusto trash come Il grande match con l’antico rivale Stallone. Facile immaginare che se i due protagonisti di Motel non versano in ottime condizioni la situazione sia tutt’altro che rosea per l’ esordio alla regia del produttore David Grovic.

In realtà questo thrilleruccio dalle aspirazioni noir liberamente ispirato a un racconto di Marie-Louise von Franz non è, contro le aspettative, totalmente privo di motivi di interesse. Grazie a una torbida e paludosa ambientazione notturna che ammicca agli horror di Tobe Hooper, almeno per la prima parte si mantiene viva una certa attenzione, dovuta anche all’uso, talvolta spinto, del registro grottesco. Il concierge lurido e paraplegico (Crispin Glover) e una strana coppia di assassini (un nano e un enorme nero guercio da un occhio) ricordano il disagio redneck permeato di orrore strisciante e illuminato fiocamente da improbabili luci al neon che nobilita il cinema di Rob Zombie: sembra quasi, tra le trame sfilacciate, di intravedere un bagliore.

Jack (John Cusack) è un killer incaricato dal boss (De Niro) di recuperare una misteriosa borsa in un motel fatiscente, evitando tassativamente di aprirla. Quando il suo cammino si incrocerà con quello della bella Rivka (Rebecca Da Costa) cominceranno i guai per entrambi.

Niente di originale, eppure il gioco avrebbe anche potuto tenere la distanza se la sceneggiatura non si fosse sfilacciata quasi immediatamente, lasciando presto dilagare la solita accozzaglia di inseguimenti, sparatorie, pestaggi e resurrezioni del cattivo di turno, mentre, sullo sfondo, si profila l’immancabile ritrita storia d’amore tra la ragazza perseguitata e il duro che non deve chiedere mai, ovviamente ferito dalla perdita violenta della compagna.

Il vero problema della pellicola, però, è l’assoluta mancanza di credibilità che Cusack, unticcio e stropicciato, sbandiera mentre, senza mai arrischiarsi a provare una sola espressione, mena fendenti e spara nel buio. Non che il resto del cast sia indimenticabile, tra l’imbambolata Da Costa (ingaggiata unicamente per le doti fisiche) e un De Niro che, come è nelle sue abitudini recenti, gigioneggia senza posa.

[LEGGI ANCHE: Maps to the Stars: David Cronenberg all’attacco di Hollywood]

Il finale, imbarazzante, affloscia ulteriormente l’insieme, spegnendo le torbide atmosfere limacciose con un’ultima sequenza diurna totalmente priva di senso.

Una visione piuttosto inutile, che non si imprimerà a lungo nella memoria degli spettatori. 

Trailer di Motel

Voto della redazione: 

2

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