È un campione al botteghino, "Cinquanta sfumature di grigio". Ma è anche una delusione erotica: il sesso non è eccitante e la protagonista è solo una donna goffa, sola, fragile
Fino a ora le “cinquanta sfumature di grigio” erano il risultato di un maldestro lavaggio in lavatrice di indumenti bianchi, lavati insieme a un malcapitato calzino nero: una marea di mutande e canottiere, in origine candide, dalla nuova quanto indesiderata colorazione grigio cangiante. Da qualche tempo però Cinquanta sfumature di grigio è sia un bestseller che un film, recentemente uscito nelle sale, boom di incassi. Un film annunciato come iperzozzarello, da bava alla bocca, causa di imbarazzanti iperemie genitali: l’espressione di fantasie femminee che il confessore della domenica ascolterebbe bramoso, inghiottendo pesantemente la saliva.
Si tratta di un film scritto da una donna, E. L. James; è donna anche la regista, Sam Taylor-Wood.
Se zozzo doveva essere, dal film ci saremmo aspettati una protagonista che finalmente potesse dare libero sfogo a tutte quelle fantasie che se condivise col partner, questo avrebbe risposto con un sonoro “naaaaaaaaaaaaaaaa”, magari ridendo un po’ di sottecchi. Nel film invece assistiamo all’ennesima love story ormai fin troppo vista: la donna è goffa, sola, fragile quasi come una pastorella nel deserto: sviene; si addormenta come un cucciolo; è una donna a cui si deve fare il ‘bagnetto’, con la quale ci si può confidare solo mentre dorme.
Alla protagonista del film non è concesso di bere, perché l’alcol deturperebbe il suo corpo, tempio del godimento del frustrato e iper complessato Christian Grey, interpretato da Jamie Dornan.
Ana, la protagonista del film, è una donna che non può nemmeno scegliersi da sola lo stramaledetto ginecologo, cui rivolgersi per la pillola: non sia mai che il maschio indossi un cappuccio protettivo; meglio farle rischiare un cancro alla cervice che mancare un coito.
[Leggi anche: "Cinquanta sfumature di grigio": esistono dei validi motivi per vederlo?]
La figura di uomo che emerge è fragile, dipendente: ci saremmo aspettati tutti un maschione che non ha paura di sperimentare di tutto; invece è solo un bambi che sembra botulinizzato per la totale mancanza di espressioni facciali, imbalsamato come una mummia, con le libertà concesse dall’avere un mucchio di soldi e nel cervello un’area a forma di frustino: un novizio ha maggiore libertà e fantasia sessuale.
Dov’è la ricerca del piacere?
L’ipercontrollo di cui soffre il ricco ereditiere è un modo per sfuggire/reagire a un passato traumatico e la sua perversione non è affatto fonte di felicità. Il sesso può essere gioia e un sano antidoto al senso di morte; invece è mortifero in questo film: un veleno continuamente rimesso in circolo.
Il libro nasce come una fan fiction di Twilight e in effetti Christian Grey somiglia a un vampiro, combattuto tra il desiderio di sculacciare la sua bella e il volerla proteggere da se stesso. Inoltre la bella Anastasia, interpretata da Dakota Johnson, è vergine!!! Vale a dire una donna che non ha mai sperimentato nulla; “Mai nessuno che io volessi”, dice lei in una scena. Infatti, inizialmente lei è più attratta dalla curiosità. La storia d’amore c’è, ma è un amore talmente malato che è meglio lasciare perdere.
La scena più erotica del film potrebbe essere quella in cui lei mordicchia una matita con su scritto ‘gray’, metafora di qualche parte anatomica più a sud dell’ombelico dell’ingessato Chris. In definitiva, guardare su Quark la scena dell’accoppiamento di due brapidi potrebbe dare maggiori scariche adrenaliniche.
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