I musicisti, si sa, non passano mai di moda al cinema. Ecco alcuni fra i nostri biopic musicali preferiti, da "Io non sono qui" di Todd Haynes a "Bird" di Clint Eastwood, passando per "Shine" di Scott Hicks e altro ancora
I musicisti hanno sempre esercitato un fortissimo fascino nel mondo del cinema, tanto da indurre quest'ultimo a girare innumerevoli biopic su di loro, siano essi contemporanei o del passato. Solo quest'anno, ne abbiamo avuto prova con All is by My Side di John Ridley, che raccontava niente di meno che la storia del chitarrista più famoso del rock, Jimi Hendrix. Sulle emittenti americane, poi, è appena passato Whitney di Angela Bassett, dove Yaya DaCosta impersonava la grande diva Whitney Houston, recentemente scomparsa.
Eppure, facendo un veloce ripasso mentale, tra quelli recenti il biopic musicale più riuscito è stato senza ombra di dubbio Io non sono qui, geniale pellicola del 2007 diretta da Todd Haynes, che oltre ad aver composto una possente antologia sul cinema, ha anche pensato bene di frammentare le personalità di Bob Dylan attraverso i volti e i segmenti di un variegato cast che comprende Cate Blanchett, Christian Bale, Richard Gere, Heath Ledger e altri. Biografico ma non dichiarato e fantasticizzato è poi un'altra bellissima pellicola di Haynes, Velvet Goldmine, che in verità molto deve alle vicende dello Ziggy Stardust di David Bowie, Iggy Pop e Lou Reed annessi.
E se parliamo di new wave anni '80, impossibile lasciare fuori 24 Hour Party People di Michael Winterbottom, il quale narra le vicende di Tony Wilson, fondatore della Factory Records, etichetta su cui passarono storiche band come i Joy Division, i New Order e gli Happy Mondays. Per inciso, questo film è di sicuro molto più interessante di Control, opera dedicata a Ian Curtis che quell'incapace di Anton Corbijn avrebbe girato qualche anno dopo.
Cambiando genere, non perdetevi Bird del grande Clint Eastwood, il quale ha raccontato vita e auto-devastazione del celebre jazzista Charlie Parker, dando a Forest Whitaker il ruolo di una vita. Commovente è poi Shine di Scott Hicks, che attraverso l'impressionante bravura di Geoffrey Rush (premiato con l'Oscar), ci ha mostrato giovinezza e maturità del pianista David Helfgott.
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Infine, tornando indietro nel tempo, va assolutamente recuperato uno dei massimi film di Milos Forman, Amadeus, incentrato sul giovane prodigio che poi sarebbe diventato uno dei compositori più celebri della storia. Il tutto, raccontato dal punto di vista del rivale Antonio Salieri, garantendo dunque una gara di bravura tra i due interpreti Tom Hulce ed F. Murray Abraham. A fare il resto sono le ambientazioni mozzafiato (nella Vienna di fine 1700) e una magnetica capacità di cavalcare il grandeur e la narrazione epica.
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