La Fondazione Cineteca Italiana dal 26 gennaio al 7 febbraio propone anteprime, incontri con registi e una retrospettiva dedicata all'autore del "Decalogo"
Le rassegne organizzate dalla Fondazione Cineteca Italiana sono sempre garanzia di cinema di altissima qualità, tra gennaio e febbraio però presso lo spazio Oberdan di Milano è prevista un’iniziativa di assoluta bellezza.
Dal 26 gennaio al 7 febbraio 2016 infatti non è prevista solo una rassegna sul nuovo cinema polacco, bensì anche un omaggio a Krzysztof Kiéslowski, uno di quei registi che ha sempre dimostrato di avere uno sguardo inedito, dolce e potente allo stesso tempo sull’animo umano.
Il ciclo di proiezioni si aprirà con Mòj Rower (La mia bici), film del 2012 scritto e diretto da Piotr Trzaskalski. Questo titolo, insieme ad altri tre fa parte delle pellicole che arrivano in anteprima in Italia. Opere diverse fra loro, ma che ci restituiscono l’immagine di una cinematografia viva e vitale, che ha la capacità di raccontare con forte incisività espressiva e stile modernissimo le incertezze, la sofferenza, gli smarrimenti, la paura e il coraggio di personaggi che, sebbene inseriti in contesti lontani, sentiamo a noi vicini.
Il 29 gennaio è previsto un incontro con Jan Komasa, giovane regista che presenterà il suo Varsavia 44 (Miasto 44), una storia di amore, amicizia e avventura durante la sanguinosa Rivolta di Varsavia del 1944 contro i nazisti. In programma c’è anche Ida di Paweł Pawlikowski che proprio nel 2015 ha vinto il premio Oscar come Miglior Film Straniero convincendo tutti con il suo bianco e nero che racconta il rapporto tra due donne ricco di luci e ombre.
[Leggi anche: "Ida" è il primo film polacco a vincere un Oscar come Miglior Film Straniero]
Grazie anche alla collaborazione del Consolato Generale della Repubblica di Polonia, partner dell’iniziativa, sarà possibile rivedere i film di Kieślowski, morto solo vent’anni fa e già considerato un autore di classici.
La versione integrale del suo Decalogo, tutti i suoi lungometraggi tra cui l’immancabile Trilogia dei colori e un documentario (I’m so so) a lui dedicato e diretto dal suo amico Krzysztof Wierzbicki per un omaggio necessario a un autore di opere complesse e affascinanti che pongono lo spettatore di fronte a laceranti dilemmi etici ed esistenziali.
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