La serata di chiusura del Tribeca Film Festival di New York, co-fondato da Robert De Niro, è stata dedicata alla proiezione restaurata di uno dei più grandi successi di Martin Scorsese in presenza di quasi tutto il cast di "Quei bravi ragazzi"
Come già abbondantemente proclamato, la serata di chiusura del Tribeca Film Festival di New York è stata arricchita dall’omaggio fatto a una delle pellicole cult fra i gangster movie: si tratta di Goodfellas - Quei bravi ragazzi, creatura di Martin Scorsese, spesso indicata come uno dei picchi artistici del regista. Per i 25 anni di Goodfellas, è stata proiettata la versione restaurata del film in presenza del cast al completo: Robert De Niro (fondatore del Tribeca), Joe Pesci (assente all’ultimo momento, come Scorsese), Lorraine Bracco, Ray Liotta e Paul Sorvino.
All’inizio del film, non appena la voce narrante del protagonista Henry Hill (Liotta) ha pronunciato le fatidiche parole: “Per quanto possa tornare indietro con la memoria, ricordo di aver sempre voluto essere un gangster” il Beacon Theater è esploso in uno scrosciante applauso, seguito da numerosi altri che hanno accompagnato alcune delle scene più cult. Dopo la proiezione si è aperto un panel di discussione con tutto il cast; eccone i punti salienti:
1. A sorpresa, le assenze di Pesci e Scorsese. Il regista al momento è impegnato con le riprese di The Silence, ma non ha fatto mancare il suo saluto al pubblico con un messaggio video-registrato trasmesso prima della proiezione. “La colonna sonora di Goodfellas - ha rivelato - è stata quella su cui stava scorrendo la mia vita”. Molto più conciso il messaggio di saluto di Pesci che si è limitato a un accorato: “Mio caro Bob (De Niro), mi spiace molto non essere lì. Con affetto, Joe”.
2. Commozione congiunta per De Niro e Sorvino. “Ogni tanto ci incontriamo tutti insieme - hanno detto i due amici e colleghi -; di volta in volta passano alcuni anni, ma il tempo sembra essersi fermato. Con Goodfellas stringemmo tutti un rapporto molto profondo”.
3. Colpo fortunato per Liotta. L’attore, meraviglioso protagonista del film, ha raccontato di come tutto nacque in una sorta di “fortunoso e casuale” incontro che ebbe con Scorsese nella hall di un albergo a Venezia nell’occasione di un’edizione del Festival del Cinema della “Serenissima”.
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4. Sliding doors. L’autore del bestseller Wiseguy (libro da cui fu tratto Goodfellas) non poteva credere che Scorsese lo stesse chiamando: era convinto si trattasse di un suo amico che voleva prenderlo in giro. Fu la scrittrice e regista Nora Ephron (scomparsa per una malattia nel 2012) a avvisarlo: “Sei matto? - esclamò - Rispondi subito al telefono!”
5. Liotta e l’incontro col vero Henry Hill. Scorsese non consentì a Liotta di incontrare il vero Henry Hill prima del termine delle riprese: temeva che l’attore si lasciasse influenzare nell’interpretazione del personaggio. Si videro solo quando il film fu completo e si dissero: “Grazie per non avermi rappresentato come un rifiuto della società”, al che l’attore ha risposto: “Ma l’hai visto il film?”
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