Lo sapevate che Danny De Vito durante le riprese parlava con un amico immaginario soffrendo della lontananza della futura moglie? O che Jack Nicholson e il regista Forman non si parlarono per tutte le riprese? O che qualcuno soffrì di alcune turbe?
Nel 1975, il grottesco dramma di Qualcuno volò sul nido del cuculo fu a dir poco stra-acclamato dalla critica, ottenne uno strepitoso successo di incassi e mise in fila una infinita serie di prestigiosi riconoscimenti, fra cui 5 premi Oscar (film, regia, attore protagonista, attrice protagonista, sceneggiatura non originale). Sebbene i meravigliosi Jack Nicholson e Louise Fletcher ci abbiano fatto “amare” la complessa esplorazione della vita negli ospedali psichiatrici americani degli anni 60, potrebbero esserci ancora un po’ di cose da conoscere, come ci suggerisce il portale Mentalfloss, su questo film che fa parte, di diritto, di quella élite di titoli che hanno fatto la storia del cinema americano:
1. Finale. Fin da subito, gli studi di 20th Century Fox si dimostrarono interessati al film, ma per distribuirlo avrebbero voluto un finale diverso: preferivano che il personaggio di Randle Patrick McMurphy (Nicholson) restasse in vita. Il produttore Saul Zaentz non si piegò a questo out-out e alla fine il film fu distribuito da United Artists.
2. Protagonisti. Jack Nicholson e Louise Fletcher non furono le prime scelte per interpretare il protagonista Randle Patrick McMurphy e l’infermiera antagonista Mildred Ratched. Kirk Douglas fu ritenuto ormai troppo “vecchio” per la parte e il regista Milos Forman contattò anche Gene Hackman, Marlon Brando e Burt Reynolds prima di far ricadere la propria fortunata scelta su Nicholson; Anne Bancroft, Colleen Dewhurst, Geraldine Page e la “signora in giallo” Angela Lansbury furono tutte battute da Louise Fletcher.
3. In clinica. Gli attori del film, per tutto il periodo delle riprese, vissero nei pressi dell’ospedale psichiatrico Oregon State Hospital e trascorsero diversi giorni all’interno della clinica per entrare in contatto con i pazienti e toccare con mano la condizione di “ricoverato”.
4. Non ti parlo. Il regista Forman e la star Nicholson entrarono in forte attrito per le loro diverse visioni dell’intreccio narrativo. Forman voleva che i pazienti fossero già un manipolo di insubordinati, mentre Nicholson pretendeva che la rottura delle regole dovesse avvenire soltanto con l’ingresso di McMurphy nell’ospedale. Quest’ultimo la spuntò, ma i due non si parlarono più, utilizzando membri dello staff come intermediari delle loro comunicazioni.
5. Amico immaginario. Danny De Vito, sofferente per la enorme distanza dalla futura moglie durante le riprese, iniziò a parlare di notte con un amico immaginario. Il dottor Brooks disse che non c’erano problemi, a patto che l’attore fosse sempre consapevole che si trattava di un personaggio di fantasia.
6. Fragile equilibrio. Tutto ok per De Vito, ma fu Sydney Lassick (nel film il paziente Charlie Cheswick) a preoccupare l’intero cast per le sue turbe comportamentali. Mentre assisteva alla scena finale del film, l’attore ebbe una vera e propria crisi di nervi e dovette essere allontanato dal set.
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