Uno dei padri della Nouvelle Vague, Godard è tra quei registi che hanno cambiato la storia del cinema. Ecco cinque tra i più interessanti film dell’artista francese
Jean-Luc Godard è uno dei nomi più importanti di sempre del cinema francese. Esponente della Nouvelle Vague, regista, sceneggiatore, iniziò anche lui la sua carriera nel cinema come critico per i Cahiers du Cinéma insieme a Claude Chabrol, Jacques Rivette, Eric Rohmer e François Truffaut, altri grandi esponenti di quell’ondata che sconvolse il cinema mondiale in modo definitivo. Senza dubbio il suo passato da critico ha influenzato il suo stile, l’ha reso attento ad ogni movimento e ad ogni dettaglio. Ecco una lista di film fondamentali per chi vuole avvicinarsi all’arte di un regista che ha saputo reinventarsi senza sosta:
Fino all’ultimo respiro
Il primo film di Godard è anche la sua opera più “commerciale” con un giovane Jean-Paul Belmondo, poi volto simbolo della Nouvelle Vague e del cinema francese tout court, e Jean Seberg il cui taglio di capelli corto divenne subito una moda tra le ragazze d’Oltralpe. La trama è volutamente schizofrenica, inizia come un gangster movie e finisce come un film d’amore; d’altronde il regista classe 1930 l’ha sempre detto: per un buon film ciò di cui si ha bisogno sono una ragazza e una pistola.
Questa è la mia vita
È il secondo film in cui compare la sua musa (e moglie) Anna Karina. Il film racconta la vita di una ragazza che diventa prostituta ed è costretta a fare i conti con una parte spiacevole del mondo. Il racconto è diviso in dodici quadri, tutti introdotti dalle didascalie che diventeranno una delle cifre stilistiche del regista. Una delle scene memorabili è quella in cui la protagonista è al cinema e si commuove vedendo La passione di Giovanna d’Arco in cui la macchina da presa con i suoi movimenti costituisce una vera e propria similitudine tra i due personaggi.
Il disprezzo
Con Brigitte Bardot – una delle femme fatale del cinema francese degli anni Sessanta – e la partecipazione di un regista come Fritz Lang, Il disprezzo (che va visto rigorosamente nella versione originale) è un film che analizza il conflitto di coppia e la condanna dell'ipocrisia nelle relazioni, il contrasto irrisolvibile fra arte e business, che si riflette anche sul cinema laddove vediamo un’industria che perde la sua parte più creativa. Questa è l’opera che più di tutte dimostra quanto la poetica di Godard miri ai concetti più che alla linearità e alla completezza delle trame.
Bande à part
Si tratta del film simbolo del primo periodo di Godard. Alcune scene sono entrate a far parte dell’immaginario comune anche perché divenute oggetto di citazioni da parte di altri registi come quella di Bertolucci in The Dreamers. Quando i tre personaggi corrono per i corridoi del Louvre la mente non può che richiamare il capolavoro di Godard. Anna Karina è ancora alle prese con due co-protagonisti maschili come nel suo primo film con il regista, La donna è donna.
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Agente Lemmy Caution, missione Alphaville
In questo film in cui fantascienza e noir si mescolano si racconta di un futuro distopico in cui sono banditi i sentimenti. Questo serve però a Godard per costruire una critica al sistema del linguaggio: quando ad Alphaville un’emozione viene vietata infatti la prima cosa che succede è l’eliminazione di questa dal dizionario il quale funziona come una sorta di Bibbia per la società.
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