Il quarto episodio di "X-Files" è un horror drama diviso in due: per Dana si apre la crisi di coscienza dopo l'abbandono di William, mentre Trashman uccide
X-Files 10x4, “Di nuovo a casa” (Home again). Come uno spirito vendicatore Trashman appare di notte trasportato dal camion della spazzatura. Il suo scopo è riparare i torti e le ingiustizie subiti dai propri protetti, gli homeless, persone cacciate via senza alcuno scrupolo dalle strade. Chi è incaricato di gestire il piano di riqualificazione del quartiere di Filadelfia dove i barboni vivono con le tende e i cartoni che custodiscono tutti i loro averi, non si preoccupa certo del loro destino ma punta ad avviare nel modo più efficiente la speculazione edilizia pensata per costruire appartamenti di lusso, attirando così su di sé la vendetta di quell’essere comparso dal nulla.
Il gigante, che smembra i tre “cattivi” gettando le parti dei loro corpi nell’immondizia, è il frutto della fantasia di un artista di strada, fantasma che compie la propria inarrestabile attività vendicatrice; simile ad un Golem che esiste fino a quando il segno sulla fronte disegnato dal suo creatore gli dà vita, questo mostro esiste fino a quando il cerotto sul naso contiene la cera di cui è composto.
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La fase di detection dei nostri due agenti dell’Fbi su questi omicidi lascia però il posto alla vicenda portante dell’episodio: Scully è chiamata al capezzale della madre Margaret, colta da attacco cardiaco, a Washington. Le sue ultime parole prima di morire sono per il figlio che Fox e Dana hanno deciso di dare in adozione ad un’altra famiglia (“Anche mio figlio si chiamava William”). La puntata si chiude senza che una spiegazione compiuta venga data al perché o al come della comparsa del “mostro della settimana”, semplicemente l’artista/creatore del Golem si sposta dal proprio rifugio alla fine del ciclo di omicidi, quando giustizia è fatta. Allo stesso tempo, la crisi di coscienza latente per l’abbandono del figlio già accennata in altri episodi colpisce una Dana consolata da Fox, un quadro familiare che vede i due abbracciati su di una roccia, gettando il seme per lo sviluppo di un futuro filone narrativo.
10x4, che avrebbe dovuto essere nella sequenza originaria 10x2, è ben scritto da Morgan e Wong nella sua parte privata, drammatica, con un’inaspettata apertura all’aspetto sentimentale: la sofferenza di Scully, la scoperta di non conoscere così a fondo la madre, la possibilità che questa abbia segreti e sentimenti inaspettati per il fratello meno considerato. Il drama è ben costruito ma nettamente separato dal resto: la componente “mostro della settimana” è giustapposta più che intrecciata alla vicenda personale che investe Scully e di riflesso Mulder, quasi un riflesso per ricordaci che stiamo guardando X-Files.
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Del resto, come già detto in precedenza, l’alternanza dei toni nei sei episodi di questa miniserie è ciò che cercava Chris Carter, e in questo caso si nota davvero come la sinfonia abbia altezze diverse: rispetto alla precedente commedia farsesca de “La lucertola mannara”, “Di nuovo a casa” è un dramma con atmosfere dark e spunti horrorifici, la morte della madre di Scully apre ferite, mentre un Mulder comprimario porta avanti l’indagine limitandosi ad alleggerire con poche battute l’atmosfera cupa e gore. Ciò che accomuna le due storie che compongono questo episodio è il finale aperto: da una parte si lascia spazio al possibile ritorno di un Trashman poco sviluppato, ma soprattutto si inserisce come elemento futuro l’ingresso della figura di William e del rapporto genitoriale di Fox e Dana.
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