Da "Roma città aperta" a quella di Alberto Sordi fino a "La grande bellezza". Lo splendore della Città eterna incontra il cinema in 7 film indimenticabili
Lo splendore di Roma, abbagliante e violento, racconta una favola eterna, di grandezza e squallori quotidiani, davanti a una macchina da presa che trasforma la realtà in mito. Se Milano è la linea, Roma è il punto: appassionata, stravolta e sconvolta, scomposta e icastica, dionisiaca, affidata alla meraviglia dell’antico e alle contraddizioni del contemporaneo. Un bagno notturno a Fontana di Trevi è l’icona della dolce vita 60s, come le serate radical chic in terrazza si sono imposte, a livello di immaginario, a rappresentare l’Italia della cultura chiacchierata dai poser e di quella insegna Martini rosa cupo che unisce il product placement alla vita. Sono centinaia i film ambientati a Roma: Cinecittà crea la meraviglia, l’istituto LUCE la racconta. Ne scegliamo sette per provare a rappresentare la capitale del cinema italiano lacerata tra una grande bellezza decadente e le migliaia di contaminazioni vecchie e nuove.
1 - ROMA CITTÀ APERTA (1945): “La storia del cinema si divide in due ere: una prima e una dopo Roma città aperta” diceva Otto Preminger. Nato come documentario sulla morte di un prete, il capolavoro neorealista di Roberto Rossellini (come spesso accade) non ha avuto subito una grande accoglienza dalla critica, ma poi ha conquistato il mercato internazionale, da Cannes a Hollywood. Violento, duro, crudo, rappresenta Roma “aperta” tra tragedia e storia.
2 - UN AMERICANO A ROMA (1954): Nando (Alberto Sordi) è l’esterofilo del dopoguerra italiano (traslabile a “qui e ora” in qualunque momento). Il mito di quello che c’è al di là dell’Atlantico si traduce in una satira di costume in una Roma grottescamente hollywoodizzata. Ma finché non ci si trova davanti un piatto di maccheroni al sugo…
3 - VACANZE ROMANE (1954): è cult, icona di stile e merchandising orizzontale e verticale ogni inquadratura del film, una favola in Vespa con Audrey Hepburn e Gregory Peck che scoprono l’amore e la meraviglia di una Roma delle cartoline, dei gelati e dei vestiti anni ‘50. Dal Colosseo alla Bocca della Verità, tutto è più efficace di una guida del Touring Club per invogliare il mondo a scoprire la Città Eterna.
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4 - LA DOLCE VITA (1960): Palma d’Oro a Cannes e Oscar per i costumi, ma La dolce vita è molto molto molto di più. È il sogno della grande bellezza infranta ancora prima che la infrangesse Sorrentino, alla ricerca di un’emozione pura. Marcello (Marcello Mastroianni) vaga tra gli aperitivi di via Veneto, le feste della créme e i bagni notturni delle Veneri fino a trovare in una ragazzina e un mostro marino una possibile risposta (o se non proprio risposta, momento di pace) al proprio affastellamento di domande.
5 - MAMMA ROMA (1962): Pasolini ambienta il suo secondo film, come Accattone, nelle periferie romane. Ma non è un ritratto immobile, è il movimento del wannabeismo, il riscatto del proletariato che appare, in ogni modo, impossibile. Mamma Roma (Anna Magnani) è una prostituta in cerca di un posto al sole in una realtà piccolo-borghese. Non servirà a salvare il figlio.
6 - CARO DIARIO (1993): torna la vespa nel primo dei tre episodi, ma al posto di Audrey Hepburn a guidarla c’è la barba e l’intellettualismo di un Nanni Moretti alla scoperta di Roma nel mese di agosto. Tra gli scorci stupendi e le riflessioni politico-culturali-esistenzialiste, scopriamo la poesia del quotidiano nelle pieghe di una metropoli afosa e semi-abbandonata. Nanni Moretti ha vinto la Palma d’Oro a Cannes.
7 - LA GRANDE BELLEZZA (2012): Il film più amato, più odiato, più discusso, più premiato (Oscar nel 2014), più controverso di Paolo Sorrentino racconta la decadenza, lo splendore e la ricerca, la ricerca di un momento di bellezza autentica. Roma è la meraviglia delle terrazze, un’insegna Martini alle sei del mattino e un uomo che muore di fronte allo spettacolo del Gianicolo.
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