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Autore Erika Favaro :: 7 Giugno 2016

Il regista risponde alle ennesime critiche che vengono mosse al suo reboot tutto al femminile

Ghostbusters

"Chick flick": così vengono chiamati in inglese con tono dispregiativo i film destinati prevalentemente ad un pubblico femminile. Spesso vengono inseriti nella categoria le commedie romantiche o i drammi strappalacrime, nella maggior parte dei casi film mediocri che certo non rendono giustizia alle appassionate di cinema.

L’ultimo film ad essere considerato “chick flick” è il reboot di Ghostbusters, pellicola diretta da Paul Feig che sarà nelle nostre sale dal 28 lulgio 2016.

La  definizione però non è affatto piaciuta al regista che non ha perso l’occasione di ribattere tentando in tutti i modi di difendere il suo film. Come riporta The Wrap, sabato scorso durante una conferenza Feig ha infatti tentato di rispondere alle numerose critiche che vengono mosse al suo Ghostbusters tutto al femminile. Molti fan della prima ora infatti non hanno per nulla apprezzato il fatto che il cast originale fosse rimpiazzato da una squadra di acchiappa fantasmi donne in cui vedremo Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Kate McKinnon e Leslie Jones.

Un’altra critica che Feig ha voluto commentare ha a che fare con Leslie Jones e la discriminazione razziale. Secondo alcuni infatti il personaggio interpretato dall’attrice afroamericana sarebbe caratterizzato da una “saggezza popolare” molto diversa rispetto a quella delle altre protagoniste descritte tutte come delle scienziate.

Il regista però ha tenuto a precisare la sua solidarietà alla causa femminile ed ha ribattuto dichiarando che in un primo momento il personaggio della Jones era stato concepito per Melissa McCarthy.

[Leggi anche: Paul Feig risponde a chi critica il trailer di “Ghostbusters”]

Insomma sembra che il reboot del celebre film diretto del 1984 sia tra i fenomeni cinematografici più criticati e discussi dell’anno, basti pensare a tutte le polemiche sorte anche attorno ai trailer che non hanno per nulla soddisfatto le aspettative degli appassionati.

Paul Feig di una cosa è certamente consapevole: a volte nel mondo della pubblicità non importa cosa si dica a proposito del prodotto, l’importante è che se ne parli. Vedremo se è una regola valida anche per il cinema. 

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