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Autore Pierre Hombrebueno :: 7 Luglio 2015

Non si fermano le polemiche attorno a "Going Clear: Scientology e la prigione della fede", documentario realizzato da Alex Gibney, che ha rivelato i lati oscuri del culto diventato popolare grazie all'endorsement di celebrità come Tom Cruise

Tom Cruise

Non si placano le polemiche attorno a Going Clear: Scientology e la prigione della fede di Alex Gibney, documentario che intende fare chiarezza sui segreti e i lati nascosti di Scientology, chiesa diventata particolarmente nota negli ultimi anni grazie all'endorsement di celebrità come Tom Cruise e John Travolta. Infatti, secondo quanto rivelato dal regista in un'intervista all'Hollywood Reporter, ogni singolo festival o distributore che abbia deciso di proiettare la pellicola avrebbe ricevuto delle minacciose lettere da parte del culto. Un esempio fra tanti? Il Sydney Film Festival. Spiega Gibney: “Hanno ricevuto tante lettere contenenti minacce, e le stavano prendendo molto sul serio. Ma sono soddisfatto della maniera in cui gli australiani hanno gestito la faccenda”.

Il contrario dell'Irlanda insomma, che ha bloccato la messa in onda televisiva del documentario a causa di vecchie leggi sulla diffamazione ancora valide sul territorio. Di conseguenza, l'opera non verrà trasmessa nemmeno nel resto del Regno Unito per problemi di natura tecnica: infatti, al momento Sky non ha ancora le capacità di differenziare i segnali tra le regioni, il che significa che se l'opera passasse in tv, potrebbe essere captata fino alle zone irlandesi, infrangendo dunque la legge. Una grande sconfitta per l'emittente, che intendeva mostrare il film in contemporanea con le televisioni americane, dove invece è andato regolarmente in onda su HBO. “L'Irlanda ha delle leggi pessime se pensiamo alla libertà di stampa” - ha dichiarato con rammarico Gibney. 

[Leggi anche: Scientology minaccia i distributori di "Going Clear: Scientology e la prigione della fede"]

Un vero peccato, anche perché la pellicola è stata accolta molto bene dalla critica internazionale, a iniziare da noi di Farefilm. Scriveva la nostra Giulia Marras nella sua recensione: “Gibney ricostruisce questa storia nascosta seguendo lo stesso accrescere dei livelli che il fedele deve raggiungere per la rivelazione finale: allo stesso modo lo spettatore è messo di fronte ad un crescendo di tensione sempre più alto, che scopre ulteriori livelli di violenza, umiliazione e inganno”. Altre lodi sono poi arrivate da pubblicazioni come Variety, Entertainment Weekly, Hollywood Reporter e indieWIRE. 

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