Il film di Stefan Liberski, e con Pauline Etienne e Taichi Inoue, uscirà nelle sale il prossimo 28 maggio. Si tratta di un adattamento del romanzo "Né di Eva né di Adamo" della scrittrice belga Amélie Nothomb
Il fascino indiscreto dell’amore (titolo originale: Tokyo Fiancée) di Stefan Liberski, e con Pauline Etienne e Taichi Inoue, uscirà nelle sale il prossimo 28 maggio, distribuito da Fil Rouge Media. Il film è un adattamento del romanzo Né di Eva né di Adamo della scrittrice belga Amélie Nothomb. La storia è semplice: Amélie e Rinri s’incontrano, si piacciono, per un certo periodo passano piacevolmente del tempo insieme, si lasciano. Dopo il romanzo, il film dà a sua volta una nuova declinazione di questa storia universale. Per far questo, utilizza dei temi che sono l’asse portante del libro di Amélie Nothomb: il Giappone, la fine dell’adolescenza, la sensualità, l’alterità, il fascino della bellezza.
Il film non trascura neanche di riprendere la grande comicità e l’umorismo del testo originale abbozzando il ritratto d’una città e di un paese. Ad un certo punto la catastrofe di Fukushima irrompe nel film, ma non poteva essere altrimenti: è impossibile descrivere il Giappone di oggi passando sotto silenzio Fukushima. Spesso avvolto da una bruma che lo tiene celato, il Giappone di Tokyo Fiancée appare come un bozzolo umido dove Amélie può compiere la propria metamorfosi, metafora di quel luogo al tempo stesso reale e immaginario che, uscendo dall’infanzia, lasciamo. Ancora ragazzina quando ritorna nel Giappone della sua infanzia, quando lo lascia per la seconda volta Amélie è una giovane donna.
Più che una scoperta dell’amore, la protagonista di questa storia vive un’iniziazione alla sensualità. Per la giovane Amélie, l’amante giapponese appare come un’alterità misteriosa. Rinri ha al tempo stesso l’universalità della bellezza e una singolarità irriducibile. Nel film riecheggiano fra loro l’alterità del Giappone, l’alterità sessuale che - ancora ragazzina - Amélie scopre, e l’alterità della bellezza. Attraverso le immagini di un’estetica assertiva, l’intenzione appare quella di far sentire in un modo diverso la bellezza del Giappone: il paese del Sol Levante può ancora rivelarsi, per lo spettatore come per la protagonista, decisamente sorprendente.
[Leggi anche: Recensione di Tokyo Fiancée | Love story tratta da "Né di Eva né di Adamo" di Amélie Nothomb]
Prima di passare al mondo del cinema, il regista belga Stefan Liberski si è cimentato con i mestieri più disparati. Avvicinandosi al grande schermo, ha ricoperto piccoli ruoli come quello di assistente volontario alle riprese di La città delle Donne di Federico Fellini nel 1979. Nel 2005, dirige il suo primo lungometraggio, Bunker Paradise, con Jean-Paul Rouve nel ruolo principale. Nel 2009, dirige un telefilm (90’) per Canal+, En chantier Monsieur Tanner, nuovamente con Jean-Paul Rouve. Nel 2013, dirige Baby Ballon con Ambre Grouwels.
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