Dal 7 gennaio, giorno del primo anniversario dell'attacco alla rivista parigina, il servizio di streaming propone il documentario di Daniel ed Emmanuel Leconte
Il 7 gennaio 2016 sarà un anno da quando la Francia ha capito che niente sarebbe stato più come prima, un anno da quando l'Occidente ha capito che il terrorismo non sarebbe più stata una faccenda per città assolate e polverose del Medio Oriente.
E per ricordare questo tristissimo anniversario, l'attacco alla redazione della rivista satirica Charlie Hebdo, Netflix – che ormai è sbarcato a tutti gli effetti anche in Europa – ha acquisito i diritti di Je suis Charlie, documentario di Daniel ed Emmanuel Leconte. Padre, attore sin dagli anni Ottanta, e figlio che hanno deciso di raccontare la realtà creativa e vivace di Charlie Hebdo con il supporto della casa di produzione parigina Pyramide International, da sempre attenta a sostenere il cinema d'autore.
Non è la prima volta che Daniel Leconte sceglie di raccontare il mondo della satira e in particolare proprio di quella nata tra le scrivanie di Charlie Hebdo, tanto difesa soprattutto negli ultimi mesi, ma anche tanto criticata negli anni precedenti. Era, infatti, la fine del 2005 quando furono pubblicate sui giornali danesi delle vignette sul profeta Maometto. Il caso scatenò una forte reazione da parte del mondo arabo e qualche mese dopo nel 2006, la rivista francese ripropose tutte le illustrazioni simbolo della polemica. Proprio in seguito a questi primi avvenimenti Leconte girò C'est dur d'être aimé par des cons.
Je suis Charlie ha avuto il suo debutto ufficiale lo scorso settembre al Festival di Toronto; si tratta di una testimonianza importante ed emotivamente forte in cui si vedono interviste ai giornalisti rimasti uccisi durante l'attacco terroristico, ma si cerca anche di capire come i sopravvissuti e i cittadini di Parigi hanno voluto andare avanti.
[Leggi anche: Attentato a Charlie Hebdo, gli sceneggiatori americani reagiscono al massacro]
Oltre al fumettista Cabu – autore di un'immagine di copertina proprio nel 2006 quando iniziarono le polemiche in seguito ai fatti di Danimarca –, il caporedattore Charb, ci saranno le riflessioni di François Hollande e, tra gli altri, della storica femminista Elizabeth Badinter accusata di antisemitismo.
Per il momento la Pyramide International ha in serbo altri due grandi titoli per quest'anno: This Summer Feeling e Les Ogres di Lea Fehrer che saranno proiettati a Parigi tra il 14 e il 18 gennaio in occasione della rassegna Rendezvous with French Cinema.
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